Secondo quanto riporta il Moscow Times Ilya Yashin, uno dei principali oppositori russi, è stato fermato ieri sera mentre si trovava in un parco del centro di Mosca assieme alla giornalista Irina Babloyan. Vadim Prokhorov, avvocato del dissidente, ha detto che non gli è stato consentito di vedere il suo assistito in commissariato.

Yashin è stato accusato di disobbedienza alla polizia, motivo per il quale rischia fino a 15 giorni di reclusione. Per ong e attivisti le accuse sono ritenute di matrice politica.

Chi è Ilya Yashin

Yashin ha 38 anni ed è uno dei pochi russi che ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina fin dai primi giorni. È uno dei fondatori del movimento politico democratico Solidarnost e dal 2012 al 2016 ha guidato il Parnas (conosciuto come The People freedom’s party), nonché ex partito repubblicano. Si è battuto contro le frodi elettorali durante le elezioni vinte da Vladmir Putin e ha partecipato a diversi movimenti di protesta.

Non è la prima volta che viene arrestato: è già accaduto nel 2010 (rimanendo 15 giorni in carcere) e nel 2012 (quando è stato arrestato insieme ad Alexej Navalnyj). Nel febbraio del 2016 ha pubblicato un report contro il leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedelissimo alleato di Putin, in cui lo ha accusato di incoraggiare la violenza contro i suoi oppositori. 

Yashin è sempre stato molto attivo nello scenario politico locale di Mosca: è stato eletto nel distretto di Krasnoselsky nel 2017 e un anno più tardi si è candidato alla carica di sindaco. Più recentemente, il 25 giugno del 2021, è stato bannato dalla corsa alle elezioni legislative per aver supportato la causa di Aleksej Navalny, l’oppositore politico più conosciuto della Russia che si trova attualmente in carcere.

Negli utlimi mesi il governo russo ha approvato nuove norme per reprimere il dissenso. A marzo, per esempio, è entrata in vigore una «legge bavaglio» che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sulle forze armate che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità russe.

© Riproduzione riservata