- Per almeno un decennio se non di più, le ambasciate russe nel continente africano sono rimaste quasi deserte. Adesso si rianimano e propongono una nuova forma di partenariato.
- L’offerta “ibrida” di supporto fatta da Mosca corrisponde allo schema di “guerra non lineare” dello stato maggiore di Mosca.
- Oggi i russi sono molto richiesti sul continente perché offrono assistenza tecnico-militare utile alla stabilità. In questo come in altri casi la Russia preferisce utilizzare i contractors della Wagner, una società di security guidata da un magnate vicino al presidente russo. È un modo per creare un diaframma di sicurezza tra le operazioni in loco e il Cremlino.
Per almeno un decennio se non di più, le ambasciate russe in Africa sono rimaste quasi deserte: dietro gli alti muri di protezione non c’erano più i numerosi diplomatici e membri dei servizi di sicurezza indaffarati, con l’andirivieni tipico dell’èra sovietica. Negli anni Settanta l’Urss aveva fatto la sua estrema offensiva proprio in Africa, in Etiopia e Angola, a sostegno dei suoi alleati del Mpla di Agostinho Neto e del Derg di Menghistu Hailé Mariàm. Un fiume di armi si era riversato in par



