La guerra russo - ucraina è in una fase di stallo e sembra che nessuno dei due schieramenti abbia la forza di cambiare la situazione. L’esercito ucraino non ha le forze per riconquistare il terreno perduto, mentre l’esercito russo non riesce a sfondare le difese ucraine ed arrivare al Dnepr. L’esercito russo ha occupato circa il 20% del territorio Ucraino, dal Donbass a Kherson e tendenzialmente fino ad Odessa.

Gli obiettivi russi

L’intenzione di annettere i territori occupati e di trasformarli con qualche arrangiamento istituzionale in una parte della Federazione Russa è dimostrata dai provvedimenti già presi nei territori saldamente in mano russa come per esempio Kherson che consistono nell’adozione del rublo e di programmi scolastici russi.

Ci si deve chiedere quale sia attualmente l’obiettivo russo dopo il chiaro fallimento di un colpo di stato a Kiev il 24 febbraio quando la guerra è iniziata. Non può trattarsi solamente della conquista del Donbass e della Crimea, già sotto controllo russo dal 2014, che non giustificherebbe le notevoli perdite subite.

L’esercito russo è composto da due diverse categorie di soldati, professionisti su base contrattuale di quattro anni e coscritti di leva. Putin si è impegnato a non impiegare nel conflitto i soldati di leva poiché le perdite di militari professionisti hanno un impatto emotivo minore sulla popolazione. Per questo motivo la mobilitazione generale che comporterebbe l’arruolamento di un notevole numero di giovani russi non è stata ancora dichiarata. Certamente, più grande sarà la parte del territorio ucraino occupato più uomini dovranno essere impiegati per il suo controllo, anche se in parte i russi potranno contare sui cittadini ucraini russofoni che abitano le regioni ad est del Dnepr.

Se l’esercito russo riuscirà a conquistare città come Sloviansk e Kramatorsk, una larga pianura senza grandi centri urbani si aprirà davanti ai battaglioni rinforzati del generale Gerassimov e sarà molto facile spaccare l’Ucraina in due parti. La parte sotto controllo di Kiev sarebbe molto più piccola di quella attuale, perdendo la regione più industrializzata del paese e conservando la parte sostanzialmente agricola. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha in questi giorni dichiarato che l’obiettivo dell’esercito russo è molto più ampio dell’occupazione di Donetsk-Lugansk e Crimea e quindi la guerra andrà ben oltre l’estate.

Consenso interno

Denis Kaminev

Non sembra che la guerra in Ucraina abbia sollevato opposizioni rilevanti all’interno della federazione russa; i cittadini russi per adesso non sembrano troppo interessati agli avvenimenti ucraini, a parte piccole minoranze a Mosca e San Pietroburgo che rendono pubblica la loro opposizione. La durissima legge che colpisce chi manifesta contro la guerra ha ovviamente contenuto il dissenso dalla linea ufficiale del governo. Un altro motivo che contribuisce alla sostanziale accettazione della guerra da parte della quasi totalità dei cittadini russi è il fatto che gran parte dei soldati impiegati in Ucraina provengono dalle parti asiatiche più povere della federazione russa (Buratia, Chakassia etc.) e che pochissimi sono i caduti provenienti dalle grandi città.

È difficile dire quanto potrà resistere l’Ucraina dal momento che, nonostante gli aiuti militari occidentali, i russi continuano ad avanzare seppur lentamente e l’economia è in stato di grande recessione se non di collasso. Anche l’economia russa colpita dalle sanzioni avrà un calo del reddito rilevante che annullerà la crescita avuta dall’inizio degli anni duemila. È giusto chiedersi se le perdite umane e la crisi economica causata dalle sanzioni avranno conseguenze sull’assetto politico ed istituzionale russo.

L’appoggio dei cittadini nei confronti del presidente Putin è cresciuto e non vi sono apparenti segni di conflitto all’interno della classe dirigente. Certamente l’invasione ucraina è stata una decisione che ha cambiato le relazioni internazionali su scala europea e mondiale e come tale non può essere paragonata alla precedente guerra georgiana del 2008 né alle due precedenti guerre cecene della fine del secolo scorso.

Per il presidente Putin è comunque indispensabile raggiungere obiettivi territoriali che gli permettano di dichiarare di fronte ai cittadini russi di aver vinto la guerra. Dopo più di venti anni di presidenza e governo, l’affaire ucraino, le sanzioni, la crisi economica potranno cominciare ad indebolire la sua popolarità e comunque il problema della sua successione è ormai all’ordine del giorno.

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