Kiev, trattativa sul futuro del Donbass. Anche Mosca apre alla smilitarizzazione

Giubbotto antiproiettile e tenuta militare, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha visitato ieri la città di Kupyansk, liberata dalle truppe ucraine appena due settimane dopo che il Cremlino ne aveva annunciato la conquista. I russi, ha detto Zelensky in un videomessaggio rivolto ai suoi cittadini e girato di fronte all’insegna della città, «si vantano di qualche invenzione, noi ci vantiamo dei nostri soldati e dei nostri risultati reali». Il contrattacco di Kupyansk è arrivato proprio mentre Mosca ribadisce ancora una volta che non ci sarà alcun cessate il fuoco per consentire referendum o elezioni e che gli ucraini dovranno ritirarsi completamente dal Donbass se vogliono mettere fine al conflitto. Kupyansk si trova più a nord della regione contesa, nell’oblast di Kharkiv, ma la sua riconquista è comunque un importante risultato per il morale degli ucraini, sotto pressione da parte di Washington per accettare un accordo di pace e con il Paese che sta entrando nell’inverno più difficile, con blackout e distacchi del riscaldamento diventati ormai quotidiani. Il piano per l’Ucraina: «Zona smilitarizzata e rapido ingresso nell’Ue» Demilitarizzare il Donbass Il punto chiave delle trattative rimane la questione del futuro del Donbass ancora occupato dalle truppe di Kiev, un’area grande quanto il Molise dove prima della guerra vivevano oltre 200mila persone. Ieri è sembrato che su questo fronte qualcosa si stesse muovendo. Per la prima volta, infatti, il Cremlino ha aperto all’offerta americana di trasformare quest’area in una zona sotto controllo russo, ma formalmente demilitarizzata. «È del tutto possibile che [nell’area contesa] non ci saranno truppe, né russe né ucraine», ha detto il negoziatore russo, Yuri Ushakov, ma ha precisato che saranno presenti «la guardia nazionale, la nostra polizia, tutto il necessario per mantenere l'ordine e organizzare la vita». Il Donbass, ha detto Ushakov, «è completamente russo, lo dice la costituzione. Non ci sarà cessate il fuoco finché l'esercito ucraino sarà in Donbass». Secondo il quotidiano francese Le Monde, Kiev sarebbe pronta ad accettare una qualche forma di demilitarizzazione del Donbass e la proposta avrebbe avuto anche l’assenso dei leader europei. Ieri, però, il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podoliak, a cui il quotidiano aveva attribuito l’indiscrezione, ha smentito completamente lo scoop del quotidiano francese, affermando di essere stato «frainteso». La discussione, ha detto Podoliak, «è del tutto teorica e l’ultima decisione sarà presa dal presidente Zelensky». L’Ue congela gli asset russi: la risposta allo zar Putin per finanziare l’Ucraina Dalla Casa Bianca intanto continuano le pressioni affinché Kiev accetti di ritirarsi dal Donbass. «A parte il presidente Zelensky, la gente ama l'idea dell'accordo», ha detto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che però ha anche ribadito di essere convinto che l’accordo sia vicino. Trump ha anche ribadito che gli Stati Uniti aiuteranno «sul fronte della sicurezza, perché credo sia un fattore necessario per arrivare a concludere l'accordo di pace». Accordo importante perché, secondo Trump, «cose come questa rischiano di trasformarsi nella Terza guerra mondiale». La promessa di aiutare militarmente l’Ucraina in caso di future aggressioni russe, le famose garanzie di sicurezza chieste da Kiev ai suoi alleati in cambio dell’accettazione delle difficili concessioni che le vengono chieste, è un altro dei principali nodi del negoziato. Un’altra garanzia per l’Ucraina sarebbe il suo ingresso nell’Unione Europea che, a quanto scrive il Financial Times, sarebbe stato inserito nelle ultime bozze del piano di pace. Secondo il quotidiano, nel documento sarebbe specificato che Kiev dovrà entrare nell’UE entro il primo gennaio 2027. Le bordate di Lavrov: «Le idee dell’Europa per la pace sono inutili» Zakharova contro l’Italia «Le relazioni russo-italiane stanno attraversando la crisi più profonda dalla Seconda guerra mondiale», parole della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha detto di sperare che le relazioni con l’Italia siano «solo sospese, ma not interrotte» e ha poi incolpato le pressioni degli alleati e della NATO per la posizione assunta dall’Italia. E proprio ieri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato gli ambasciatori stranieri in Italia a cui ha detto che l'obiettivo dell’Italia è «una pace equa, giusta, duratura e rispettosa del diritto internazionale, dell'indipendenza, della sovranità, dell'integrità territoriale, della sicurezza ucraina». Gli ambasciatori russo e bielorusso erano entrambi assenti all’evento.