- Rimandata a luglio per problemi di salute, la visita di Bergoglio a Congo e Sud Sudan è arrivata in un momento particolarmente delicato per i due paesi.
- Il papa ha dato fin da subito l’impressione di voler aggredire i temi politici. Con i suoi richiami a chi continua a dissanguare il continente.
- «Santità – ha detto una ragazzina nel corso dell’incontro con i sopravvissuti alle guerre in Kivu e in Ituri – pongo sotto l’altare un pugnale, l’arma che ha sterminato tutta la mia famiglia sotto i miei occhi e che i ribelli mi hanno consegnato chiedendomi di darlo all’esercito».
«Giù le mani dell’Africa!». Lo slogan, gridato da papa Francesco in occasione dell’incontro con le autorità e la società civile, appena arrivato a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo, il 31 gennaio scorso, riassume con un certo vigore il senso di quello che potrebbe essere il suo viaggio più geopolitico. Rimandata a luglio per problemi di salute, la visita di Bergoglio a Congo e Sud Sudan è arrivata in un momento particolarmente delicato per i due paesi. Nel grande st



