Il 28 ottobre 1965 il concilio approvava la dichiarazione sulle relazioni della chiesa con le religioni non cristiane. La parte più incisiva riguarda gli ebrei. Seguono anni di progressi, pur contrastati. Ora spetta a Leone XIV riprendere questo cammino impervio, nonostante nuovi ostacoli
Sessant’anni di «dialogo, amicizia e cooperazione tra i seguaci delle religioni del mondo» si celebrano in Vaticano il 28 ottobre. La data è quella dell’approvazione nel 1965 del più breve e travagliato tra i sedici documenti del concilio Vaticano II: la dichiarazione Nostra aetate sulle relazioni della chiesa con le religioni non cristiane. Sono sei pagine in un latino limatissimo che hanno aperto una nuova epoca, promettente ma tormentata. Proprio come la storia di questo testo, varato alla fi


