Pedro Sanchez dopo la riunione di emergenza «: «Nessuna causa esclusa». Le testimonianze: «La tecnologia è essenziale ma ci ricorda che siamo vulnerabili»
Due paesi completamente paralizzati. Milioni di persone tra cittadini e turisti si sono ritrovati isolati dal resto del mondo senza capire cosa stesse accadendo. Servizi, mezzi di trasporto, pc e sistemi di pagamento telematici sono andati fuori uso in pochissimi secondi. Quattro centrali nucleari hanno smesso di produrre energia elettrica e hanno continuato a funzionare con i generatori di emergenza alimentati a diesel. Ospedali e cliniche private hanno subito paralisi e disagi. Fermo il sistema dell’istruzione.
«Avevamo una sensazione di impotenza e non sapevamo come affrontare la situazione», racconta Juan José Díez, dipendente dell’università di Salamanca. «Alle 12.30 c'è stato un blackout generale molto breve e poi è arrivato quello totale. Si è spento tutto. I parcheggi non funzionavano. Il marito di una collega è rimasto intrappolato in ascensore. Avevamo un evento con l’università a Madrid ed è saltato tutto. Anche la rete telefonica non funzionava, i nostri cellulari erano isolati», spiega.
«Stavo camminando per strada quando i semafori hanno smesso di funzionare tutti quanti contemporaneamente. Non mi ero reso conto di cosa stesse succedendo. C’è stato un caos generale per le strade fino a quando non è intervenuta la municipale», è la testimonianza invece di Francisco Lopez.
È riuscito a contattare la sua famiglia soltanto a fine giornata e dopo lunghe interruzioni. Il blackout che ieri ha colpito Spagna, Portogallo e parte della Francia e del Marocco non è comune. In Italia un evento simile avvenne alle 3 di notte del 28 settembre 2003 ma con meno disagi per la popolazione visto che avvenne nel pieno della notte.
In cerca delle cause
Per tutta la giornata di ieri è balzata sulle agenzie e su alcuni giornali nazionali l’ipotesi che l’interruzione elettrica sia stata provocata da un attacco hacker. Dal palazzo della Moncloa, intorno alle 18, il premier socialista Pedro Sanchez è intervenuto dopo ore di riunioni con i vertici delle istituzioni principali. Non ha chiarito le cause del blackout, ma per il momento non ha escluso alcuna ipotesi e ha invitato la stampa a «non diffondere informazioni di dubbia provenienza».
Sanchez ha voluto rassicurare la popolazione sulla tenuta del sistema sanitario nazionale. «Non ci sono problemi di sicurezza. Il nostro sistema ospedaliero funziona correttamente» e «nei centri sanitari sono presenti generatori elettrici che funzionano normalmente e dispongono di un'ampia autonomia».
Dal vicino Portogallo, invece, hanno le idee chiare sulle cause. Il primo ministro Luís Montenegro ha spiegato alla stampa che l'origine del guasto è da ricercare nella rete spagnola e secondo il gestore nazionale portoghese è da ricondurre a «variazioni estreme di temperatura nell’entroterra della Spagna». Queste variazioni avrebbero provocato «oscillazioni anomale nelle linee ad altissima tensione (400 kV), un fenomeno noto come vibrazione atmosferica indotta che hanno causato guasti di sincronizzazione tra i sistemi elettrici, causando successive perturbazioni lungo la rete europea interconnessa». Forse si sarebbe trattato di un incendio.
«Al momento, non ci sono indicazioni di alcun attacco informatico», ha detto il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Il portavoce dell’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa) ha riferito a Bloomberg che «al momento, l'indagine indica un problema tecnico/di cablaggio». Da Bruxelles hanno messo a disposizione aiuti e tecnici per aiutare i paesi colpiti.
Ritorno alla normalità
«Habemus luz», è uno dei messaggi più ricorrenti che nel pomeriggio di ieri sono circolati nei gruppi whatsapp per avvisare il ritorno della corrente elettrica. Il premier Sanchez ha invitato la popolazione a ridurre al minimo gli spostamenti e a un uso responsabile della telefonia mobile con chiamate brevi per evitare di sovraccaricare la rete non ancora totalmente ripristinata. Anche per tutta la serata di ieri le comunicazioni erano continuamente interrotte, soprattutto nell’area intorno a Madrid.
«È fondamentale lasciare libere tutte le vie di circolazione: i semafori sono attualmente spenti, ma ciò che è davvero imprescindibile è che i servizi di emergenza possano circolare», ha detto il sindaco di Madrid José Luis Martinez-Almeida Navasqué nel pomeriggio. Mentre ieri, nella capitale, sono state sospese le partite del torneo Master 1000 di Tennis. I treni a media e lunga percorrenza, infatti, sono stati fermi per tutta la giornata con l’obiettivo ripartire entro oggi.
Secondo le autorità il rischio è che ci voglia anche fino a una settimana per tornare al ripristino completo della rete elettrica. «La tecnologia è essenziale ma ci ricorda che siamo vulnerabili», riflette Juan José Díez al termine di una lunga giornata prima che il suo cellulare ha smesso di funzionare di nuovo.
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