A due giorni dalla scoperta di alcuni file segreti trovati in un ufficio usato da Joe Biden risalenti alla sua esperienza come vicepresidente durante l’amministrazione Obama, la storia si ripete. Stesso copione e stesse modalità. Anche questa volta i suoi legali hanno trovato alcuni documenti classificati in un altro ufficio appartenente al presidente, e proprio come già fatto in precedenza hanno consegnato tutto il materiale trovato all’Archivio nazionale. 

Per la seconda volta nella stessa settimana la Casa Bianca si trova a gestire un caso che rischia di diventare più grande di come si è presentato all’inizio. In attesa di capire quale strategia comunicativa adottare, all’ultimo briefing con la stampa la portavoce Karine Jean-Pierre ha evitato le domande dei giornalisti che chiedevano spiegazioni.

Il primo caso

Dopo la scoperta del primo plico di documenti avvenuta il 2 novembre a pochi giorni dalle elezioni di midterm, ma resa pubblica solo due giorni fa, il presidente Biden aveva indetto una conferenza stampa per fornire spiegazioni ai giornalisti e ai cittadini americani.

Aveva detto che non conosceva il contenuto presente nei file ritrovati dai suoi avvocati nel suo vecchio ufficio e aveva garantito che stava collaborando alle indagini. Una fonte anonima ha riferito alla Cnn che i documenti sarebbero datati tra il 2013 e il 2016, e che includerebbero materiali di intelligence su Ucraina, Iran e Regno Unito.

«La Casa Bianca sta cooperando con gli Archivi nazionali e il dipartimento di giustizia sulla scoperta di ciò che appaiono come documenti dell'amministrazione Obama-Biden, compreso un piccolo numero di documenti marcati come classificati», ha detto Richard Sauber, consigliere di Biden. «I documenti non erano soggetti ad alcuna precedente richiesta o indagine degli Archivi nazionali», ha aggiunto

Donald Trump

Il caso preoccupa e imbarazza l’amministrazione Biden, mentre il suo rivale politico Donald Trump chiede che sia aperta un’indagine e che siano perquisite tutte le abitazioni del presidente democratico.

Trump attualmente si trova sotto inchiesta dopo che l’Fbi ha trovato nella sua residenza di Mar-a-Lago oltre 300 documenti classificati, alcuni dei quali top secret, che non ha riconsegnato all’Archivio nazionale a fine mandato. 

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