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Nella partita del Sudan la società civile è vittima di interessi internazionali

  • In Sudan siamo arrivati allo scontro finale tra tra esercito regolare, sotto la guida del presidente Abdel Fattah al Buhran, e le milizie delle Rapid support forces (Rsf) del vicepresidente Hamdam Dagalo
  • Entrambi fanno parte di un gioco più grande: al Buhran è legato al Cairo di al Sisi e ha rapporti regolari con Addis Abeba. Dagalo invece alleato con gli eritrei ed ha legami di affari con il Golfo, in particolare con gli Emirati
  • I commentatori si sono concentrati soprattutto sulla questione dei miliziani della Wagner, ma il quadro di alleanze internazionali è molto più complesso

Combattimenti in corso a Khartoum: la capitale sudanese è il teatro di uno scontro armato tra esercito regolare, sotto la guida del presidente Abdel Fattah al Buhran, e le milizie delle Rapid support forces (Rsf) del vicepresidente Hamdam Dagalo, detto Hemedti. Giunti assieme al potere con il golpe del 2019 che aveva defenestrato il generale Omar al Bechir, i due non si sono mai amati ed era noto che ad un certo punto sarebbero giunti ai ferri corti. Ciò che li teneva uniti era l’antagonismo co

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