Per la prima volta dal 2019 la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen è in visita negli Stati Uniti. Tsai ha raggiunto New York mercoledì sera e ha annunciato che il suo viaggio non sarà condizionato dalle pressioni di altri paesi. Le autorità di Pechino avevano minacciato ritorsioni se la presidente dovesse incontrare lo speaker della Camera Kevin McCarthy: il governo ha spiegato che l'eventuale incontro tra i due leader potrebbe portare a un «scontro serio».

«Le pressioni esterne non limiteranno la nostra determinazione di incontrare il mondo. Taiwan percorrerà saldamente la via della libertà e della democrazia e incontrerà il mondo. Anche se la strada è difficile, Taiwan non è solo» ha detto Tsai. 

La presidente visiterà a fine settimana Guatemala e Belize, due dei paesi che riconoscono l’indipendenza di Taiwan. Al ritorno dovrebbe far tappa a Los Angeles, dove potrebbe incontrare McCarthy. Lo speaker ha già espresso il desiderio di visitare Taiwan: un incontro su suolo americano potrebbe essere considerata un’alternativa meno provocatoria nei confronti di Pechino.  

Il contesto

Le autorità cinesi, che considerano Taiwan parte del proprio territorio, oltre ad aver minacciato direttamente Tsai hanno anche raccomandato ai vertici americani di non incontrare la presidente. 

Non è la prima volta che si verificano tensioni di questo tipo. Il timore che la situazione potesse esplodere è aumentato ad agosto, quando l’allora speaker Nancy Pelosi aveva fatto visita a Taipei. 

Il senatore Robert Menendez, democratico del New Jersey e presidente della commissione Esteri del Senato, ha dichiarato di sperare che i funzionari statunitensi che si incontreranno in via non ufficiale con la presidente trasmettano che il sostegno americano a Taiwan è «forte e inequivocabile».

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