Mettere in sicurezza il Mar Rosso. È questo l’obiettivo della nuova task force internazionale creata dagli Stati Uniti a cui hanno aderito dieci paesi tra cui l’Italia per contrastare gli attacchi dei ribelli Houthi a danno di petroliere e navi mercantili che attraverso lo stretto di Bab el Mandeb arrivano nel Mar Rosso dal Golfo di Aden. Da giorni si erano intensificati gli attacchi da parte del gruppo armato sostenuto dall’Iran e che ha in mano lo Yemen da quando è scoppiata la guerra nel 2015. Colpire le navi che passano significa attaccare il commercio mondiale, dato che attraverso questo passaggio transita il 12 per cento delle merci.

L’iniziativa e il ruolo dell’Italia

L’iniziativa militare ha raccolto l’adesione di Stati Uniti, Regno Unito, Bahrain, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna. Lo ha annunciato in un comunicato il segretario della Difesa Usa Lloyd Austin. «I paesi che cercano di difendere il principio fondamentale della libertà di navigazione devono unirsi per affrontare la sfida posta da questo attore non statale», ha affermato. La coalizione, ha aggiunto Austin, opererà «con l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità della regione».

Il ministero della Difesa italiano ha detto che invierà nelle prossime ore la Fremm (fregata europea multi-missione) "Virgilio Fasan" nel Mar Rosso. La nave attraverserà il Canale di Suez il prossimo 24 dicembre.

Pochi giorni fa Washington ha chiesto all’Australia di inviare una nave da guerra, e la Germania sta pensando di fare altrettanto inviando il proprio arsenale. Venerdì il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha detto che gli Houthi rappresentano «una minaccia alla libertà di navigazione» e che quindi «vanno affrontati». I ribelli yemeniti hanno giù annunciato che non hanno intenzione di cambiare la loro strategia militare finché non si raggiungerà un cessate il fuoco a Gaza e che ogni 12 ore attaccheranno le navi che passeranno nello stretto. 

«Anche se gli Usa riuscissero a mobilitare il mondo interno, le nostre operazioni militari (nel Mar Rosso) non si fermerebbero fin quando non si porrà fine ai crimini di genocidio a Gaza e non sarà consentito l'arrivo di cibo, medicine e carburante alla popolazione assediata nella Striscia, indipendentemente dai sacrifici che ci costerà», ha scritto su X Mohammed Al-Bukaiti, esponente dell'ufficio politico degli Houthi. «La nostra guerra è morale e non abbandoneremo la responsabilità di difendere gli oppressi sulla terra, come Dio ci ha richiesto nel libro Sacro», ha aggiunto.

La Russia

Il Cremlino ha già fatto sapere di non avere intenzione di aderire alla task force internazionale. Per il presidente russo Vladimir Putin l’instabilità in Medio Oriente è un vantaggio per distogliere gli occhi dalla guerra in Ucraina, ma anche perché ora può spingere affinché i mercantili passino nel Mare del Nord. Lo ha già detto Nikolai Korchunov, ambasciatore del ministero degli Esteri russo, all’agenzia di stampa russa Ria Novosti. La rotta può garantire una navigazione sicura alle compagnie che desiderano cambiare rotta a causa degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi nel Mar Rosso, nel rispetto dei requisiti del Codice polare e delle disposizioni dei documenti normativi russi.

Gli attacchi

Il primo attacco rilevante si è verificato lo scorso 19 novembre, quando gli Houthi hanno sequestrato la nave israeliana Galaxy Leader. Nei giorni successivi con missili balistici, droni e motoscafi sono state attaccate decine di navi. L’aumento dei pericoli legati all’incolumità degli equipaggi e delle imbarcazioni ha spinto le compagnie di navigazione più importanti a sospendere momentaneamente la rotta. Tra questi ci sono Msc, Maersk, Hapag-Lloyd e Cma Cgm. Anche il colosso petrolifero Bp ha deciso di sospendere le spedizioni di petrolio nell’area.

La situazione ha avuto anche un impatto sui mercati energetici. I prezzi del gas nelle Borse europee sono aumentati del 10 per cento e rimangono sopra i 400 dollari per mille metri cubi, mentre quelli del petrolio sono saliti del 3,5 per cento, tanto che il Brent ha superato la quota dei 79 dollari al barile per la prima volta dal 5 dicembre. 

«Il gruppo yemenita Houthi agisce in modo indipendente per quanto riguarda i suoi attacchi e il sequestro delle navi collegate a Israele nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, in segno di protesta per la guerra contro i palestinesi di Gaza. Non è giusto mettere in relazione le misure indipendenti del gruppo yemenita con altri paesi», ha detto il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani.

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