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Texeira, Biot e gli altri. L’anello debole dei leak sono gli uomini

  • Oggi chi arriva a sfogliare dossier o a visualizzare qualcosa sul proprio monitor è persona autorizzata dopo averne vagliato incarico, missione, obiettivo di impiego, limitando la sua operatività di volta in volta allo stretto necessario.
  • Non servono leggi, regolamenti e accordi di non divulgazione che vietano severamente la diffusione di informazioni classificate a persone non autorizzate a riceverle. Alla base delle fughe di notizie c’è una condizione di malessere che non può balzare agli occhi con l’imperdonabile ritardo che permette poi di compiacersi con chi ha abilmente ricostruito il misfatto.
  • Occorre modificare l’approccio, cominciando dalla ricognizione e dal controllo. Si chiama “Open Source Intelligence”, che perlustrando Internet nelle varie profondità consente di conoscere meglio i soggetti con cui si ha a che fare e di pescare quel che online non ci dovrebbe stare.

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