Il miliardario californiano ha avuto una breve e disastrosa esperienza elettorale dalla quale ha imparato che il suo posto nel mondo democratico è quello del finanziatore dietro le quinte. Con una pioggia di soldi ha contribuito a spostare l’asse del partito verso la causa ambientale
- Alle presidenziali del 2020 Tom Steyer ha speso 253 milioni di dollari e ha raccolto 75mila voti. In pratica, ogni voto gli è costato 3.373 dollari.
- Il finanziere cresciuto fra Morgan Stanley e Goldman Sachs ha avuto due conversioni: una alla chiesa episcopaliana, l’altra alla causa ambientalista.
- Ha investito centinaia di milioni per sostenere candidati progressisti, collezionando alcune vittorie e sconfitte. Ma il suo vero successo è il contributo alla formazione della sensibilità ambientale dei politici democratici.
«Ciao Bernie, volevo solo dirti ciao». Così molti americani hanno conosciuto il miliardario californiano Tom Steyer. Quando la tua campagna presidenziale 2020 si fa notare solo per esserti inserito in un battibecco a margine di un dibattito, vuol dire che è andata male. A rafforzare l’idea di sconfitta ci sono anche i soldi spesi per ottenere ogni singolo voto: circa 75mila per 253 milioni spesi, quasi tutti provenienti dai suoi fondi personali. In pratica è come se avesse pagato 3.373 dollar



