Il World Food Programme e il governo congolese non hanno garantito la protezione dell’ambasciatore italiano. Ma l’ex ministro Terzi accusa la Farnesina: «Allarmante la mancanza di risorse per la rete diplomatica»
- Prima del viaggio sono state eseguite varie analisi di rischio sulla RN2, la strada in cui ha trovato la morte Attanasio, tutte con lo stesso risultato: livello di pericolosità “green”, il più basso possibile, tipo gita fuori porta.
- Sul banco degli imputati restano in prima fila gli organismi dell'Onu come il World Food Program (Wfp), ma qualche interrogativo comincia a diffondersi sul ruolo e le responsabilità della stessa Farnesina.
- Filippo Ivardi, direttore del mensile dei missionari comboniani Nigrizia racconta: «C’era allarme nella capitale ruandese Kigali sulla volontà del nostro diplomatico di andare a fondo sulle complicità ruandesi nei massacri e sulla volontà di appoggiare nuovi potentati in Congo».
A 16 giorni dall’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, di Vittorio Iacovacci e di Mustapha Milango in Congo, continuano a emergere dettagli che suscitano dubbi sui ruoli dei diversi attori attorno alla scena del delitto. Sul banco degli imputati restano in prima fila organismi dell’Onu come il World Food Programme (Wfp), il Dipartimento di sicurezza e la Monusco – la forza di interposizione dei Caschi blu – ma qualche interrogativo comincia a diffondersi sul ruolo e le responsabilità dell



