«Per rendere il nostro paese di successo, sicuro e glorioso, molto, molto, molto probabilmente lo farò di nuovo». L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato così quella che pare essere una conferma delle voci girate nelle ultime settimane: è pronto a correre alle elezioni del 2024 per tornare alla Casa bianca.

Già dallo scorso settembre era circolata con insistenza l’ipotesi della ricandidatura, ma, con l’avvicinarsi delle elezioni di midterm del prossimo 8 novembre, nelle quali è sempre più probabile una vittoria repubblicana e una dura sconfitta dei democratici, le congetture si stanno trasformando in certezze. Stando ad alcune fonti, riportate da Axios e riprese da altri media americani, ci sarebbe anche una data per l’annuncio ufficiale: il 14 novembre.

Le rogne giudiziarie

Non sarebbe una data casuale, sostiene il New York Times. Trump sarebbe ansioso di lanciare quanto prima la nuova campagna elettorale non solo per brama dell’agone politico ma anche per proteggersi dalle indagini in cui è coinvolto e che dovrebbero entrare nel vivo dopo le elezioni di metà mandato.

Tra queste emergono quella sul sequestro dei documenti nella villa dell’ex presidente a Mar-a-Lago e quella sul suo coinvolgimento nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Ed è proprio il 14 novembre il giorno in cui scade l’ultimatum per Trump: l’ex presidente sarà obbligato a presentarsi per testimoniare sui fatti del Campidoglio. «Non c’è dubbio che Trump sia stato a capo dello sforzo per rovesciare la democrazia americana che ha direttamente portato alle violenze del 6 gennaio», ha dichiarato il presidente della commissione parlamentare che indaga sull’assalto, Bennie Thompson.

Una convocazione che Trump non ha esitato a criticare, definendo il comitato «un fiasco che è servito soltanto a dividere il nostro paese». C’è un altro dato che testimonia quanto questa indagine sia in stretta connessione con la ricandidatura di Trump.

A settembre lui stesso aveva dichiarato che se avesse preso parte alle elezioni e avesse vinto, avrebbe guardato «con molto, molto favore alla grazia completa» per gli organizzatori dell’assalto, nonché suoi sostenitori. Trump si è sempre rifiutato di condannare i fatti di Capitol Hill e ha rivelato di aver offerto supporto economico ai manifestanti, affermando che «è una disgrazia ciò che queste persone hanno dovuto sopportare».

I sondaggi

L’attuale presidente, Joe Biden, sfavorito nei sondaggi, ha evocato in queste ultime settimane più volte lo spauracchio del ritorno alla Casa Bianca di Trump. Nonostante ciò, secondo le ultime rilevazioni, a meno di una rimonta inaspettata, i Democratici sono destinati a perdere le elezioni di midterm.

Nelle proiezioni del sito Real Clear Politics, che ogni giorno fa una media tra tutti i sondaggi realizzati negli Stati Uniti, i Repubblicani sarebbero sempre più vicini a sottrarre ai Democratici la maggioranza del Congresso. Per controllare la Camera sono richiesti 218 voti e i conservatori sono certi di conquistarne almeno 228, a cui se ne aggiungono altri 33 che sono contesi tra i due partiti.

Non va meglio al Senato dove, secondo i sondaggi, i Repubblicani dovrebbero ottenere 48 seggi – tre in meno di quelli richiesti per avere la maggioranza – e altri sette sono in bilico. Con questi numeri per Biden governare diventerebbe sempre più difficile.

 

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