Una svolta culturale alle politiche sui dazi di Donald Trump. Il presidente americano ha infatti annunciato – dopo essersi rivolto contro l’automotive straniero in generale e contro la produzione di alcuni paesi in particolare – di voler imporre dazi del 100 per cento anche nei confronti dei film prodotti fuori dagli Stati Uniti.

«L’industria cinematografica americana sta morendo molto velocemente. Altri Paesi stanno offrendo ogni sorta di incentivi per attirare i nostri registi e studi cinematografici lontano dagli Stati Uniti. Hollywood e molte altre aree degli Stati Uniti sono devastate. Questo è uno sforzo concertato da parte di altre nazioni e, quindi, una minaccia per la sicurezza nazionale. È, oltre a tutto il resto, un messaggio e una propaganda! Pertanto, autorizzo il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ad avviare immediatamente il processo per l'istituzione di una barriera commerciale del 100 per cento su tutti i film che arrivano nel nostro paese e che sono prodotti in paesi stranieri. Vogliamo di nuovo film realizzati in America!» scrive il presidente. 

Da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump ha avviato diverse indagini sugli "effetti sulla sicurezza nazionale" di varie importazioni, che vanno dai semiconduttori ai minerali essenziali.

Queste indagini sono un primo passo necessario che potrebbe consentire al presidente americano di emettere un ordine esecutivo che imponga dazi doganali su questi prodotti se venisse dimostrato che il loro volume di importazione rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale. Non sono ancora stati forniti dettagli sulle condizioni di applicazione dei sovrapprezzi sui film prodotti all'estero.

Pechino, obiettivo prediletto di Trump, ha annunciato all'inizio di aprile che avrebbe ridotto "moderatamente" il numero di film americani distribuiti ufficialmente sul suo territorio, una delle sue risposte ai dazi doganali proibitivi imposti dagli Stati Uniti sui suoi prodotti. La Cina limita il numero di film stranieri ufficialmente proiettati nei suoi cinema attraverso un sistema di quote.

Prospettive di accordo

Sempre sui dazi che l’amministrazione ha annunciato, salvo fare marcia indietro in diversi casi in cui i governi stranieri si sono rivolti alla Casa bianca, Trump ha annunciato che questa settimana «potrebbero benissimo esserci» accordi sui dazi.

Non ci sarebbero stati invece contatti con Xi Jinping: in passato il presidente americano ha spiegato di aver avuto contatti con l’omologo cinese, ma in questo momento il canale appare chiuso. Nelle ultime settimane, per altro, i contatti appaiono più vivi con Nuova Delhi: alcune aziende americane, non ultima Apple, stanno valutando di spostare la loro produzione dalla Cina in India per sfuggire ai dazi monstre imposti da Trump a Pechino. 

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