Efrem Imamoglu è stato arrestato nell’ambito di un’indagine su corruzione e terrorismo, oltre che collaborazione con il Pkk. Il sindaco a giorni sarebbe dovuto essere nominato sfidante di Erdogan
Una «vasta operazione» contro il sindaco di Istanbul, Efrem Imamoglu, uno dei principali oppositori del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, arrestato mercoledì mattina.
A giorni sarebbe dovuto essere nominato come avversario di Erdogan alle prossime elezioni in programma per il 2028, ma di prima mattina la polizia ha perquisito la sua abitazione e il sindaco è stato tratto in arresto «nell'ambito di un'indagine su corruzione e terrorismo avviata nella municipalità metropolitana di Istanbul» che coinvolgerebbe molte altre persone oltre il sindaco.
La procura starebbe però conducendo due indagini distinte: secondo un filone d'indagine «Imamoglu e altri imputati sono accusati di aver agito congiuntamente con il Pkk e di aver collocato membri del Pkk in posti chiave», mentre un altro «sta accertando casi di corruzione e tangenti».
Nel mandato d'arresto contro Imamoglu ci sono riferimenti a presunti «legami a gruppi terroristici». Negli ultimi mesi la procura di Istanbul aveva aperto diverse indagini contro il Sindaco. Imamoglu è stato messo sotto inchiesta per diversi capi d'accusa, tra cui «tentativo di influenzare la magistratura», mentre nel 2022 era stato condannato a oltre due anni di carcere per insulto a pubblico ufficiale, in una sentenza che gli vieta anche di partecipare alla vita politica ma è ancora oggetto di inchiesta da parte della corte d'appello che non l'ha ancora confermata.
Pochi giorni fa anche il suo titolo di studi, necessario per correre, era stato dichiarato nullo dall’università che l’ha emesso. Senza quel pezzo di carta, Imamoglu, avversario più temibile per Erdogan alle prossime elezioni presidenziali, sarebbe fuori gioco.
Nei raid della polizia di questa mattina, oltre a Imamoglu sono state arrestate circa cento persone ritenute a lui vicine, tra cui il noto giornalista Ismail Saymaz. «Ci troviamo di fronte a una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi arrenderò», ha affermato il sindaco ritenuto il principale rivale di Erdogan, nel messaggio su X con il quale ha annunciato il suo arresto. Il suo partito, il Chp, ha protestato duramente parlando di «un colpo di Stato contro la volontà nazionale».
Proteste bloccate
Dopo l’arresto del sindaco eletto due volte, la prefettura di Istanbul ha vietato fino al 23 marzo le manifestazioni politiche e letture pubbliche di comunicati stampa. Le autorità hanno anche chiuso diverse strade intorno a Istanbul e vietato le manifestazioni in città per quattro giorni, in un apparente tentativo di prevenire le proteste dopo l'arresto.
La Turchia sta inoltre limitando l'accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, ha affermato l'osservatorio Internet Netblocks.
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