SCENARI

L’insostenibile “neutralità” della Turchia di Erdogan

  • La Turchia ha condannato l’invasione e venduto armi a Kiev, ma è essenzialmente rimasta un paese amico della Russia. Una condizione che, secondo la narrazione turca, le è indispensabile per esercitare un ruolo di potenza mediatrice.
  • Tuttavia, questa ambiguità strategica sembra sempre meno sostenibile nel lungo periodo. Le pressioni occidentali sempre più forti e le crescenti sfide interne potrebbero infatti portare a una evoluzione della posizione turca, anche nell’immediato futuro.
  • Le ragioni economiche non sono meno importanti. Ankara ha deciso di non sanzionare il regime di Putin, operando anzi come una «piattaforma commerciale» tra la Russia sanzionata e l’occidente sanzionatore. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Globalizzazione inflazionata”, in edicola e in digitale da venerdì 24 marzo.

«Dost acı söyler», recita un proverbio turco. Significa letteralmente: un amico parla amaramente. Significa che dice sempre la verità, anche quando il suo amico ha torto. In questi tredici mesi di guerra, sembra che Ankara abbia fatto proprio questo con la Russia: l’ha condannata, anche in sede Onu, per la violazione della sovranità ucraina. Eppure, allo stesso tempo, ha biasimato anche le sanzioni occidentali (di cui essa stessa è stata vittima) e ha rafforzato i propri legami commerciali co

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