Il giornalista e scrittore turco Ahmet Altan, 71 anni, è stato scarcerato ieri sera e ha fatto rientro nella sua abitazione. Lo ha fatto sapere Amnesty International. Nelle ore precedenti la Corte suprema turca era intervenuta in suo favore decretandone la scarcerazione. Motivo della revisione del caso è stato l'intervento di due giorni fa a Strasburgo della Corte europea dei diritti umani, che aveva determinato la violazione dei principi del «giusto processo» e della «libertà di espressione» di Altan. La Corte aveva inoltre emesso una sentenza contro Ankara, condannandola al pagamento di un risarcimento di 16mila euro nei confronti del giornalista, ma ha escluso la tesi di una carcerazione a sfondo politico. 

Altan era stato arrestato il 9 settembre 2016, insieme al fratello Mehmet, con l’accusa di appartenere alla rete golpista di Fetullah Gulen, ritenuta la mente del tentato colpo di stato del 15 luglio 2016 contro il presidente Recep Tayyip Erdoğan, avvenuto due mesi prima. In particolare, era accusato di aver utilizzato una trasmissione televisiva e diversi articoli per anticipare il golpe attraverso una serie di messaggi subliminali. L’accusa era stata poi cambiata in concorso esterno in associazione a un gruppo criminale.

Nel 2018 i fratelli Altan erano poi stati condannati all’ergastolo. Il 4 novembre 2019 Mehmet era stato assolto mentre la pena di Ahmet era stata ridotta a dieci anni e mezzo di carcere con l'accusa infondata di «aver collaborato volutamente e intenzionalmente con un’organizzazione terroristica». Ahmet Altan era stato scarcerato il giorno stesso ma riportato in carcere il 12 novembre a causa del ricorso della procura contro il suo rilascio. Il 7 gennaio 2020 la corte d’appello di Istanbul aveva aggiunto alla condanna ulteriori cinque anni e undici mesi.

Non solo gli Altan

Insieme ad Ahmet Altan, ieri sera, è stata scarcerata anche un'altra giornalista, Nazli Ilcak, in carcere da sette mesi, dopo essere stata condannata a otto anni e nove mesi di reclusione. Anche lei era stata accusata di essere affiliata, come i fratelli Altan, alla rete Fetullah Gulen. 

Dopo il fallimento del colpo di stato del 2016 migliaia di cittadini turchi sono stati arrestati e detenuti per motivi politici e con accuse fragili, tra cui molti giornalisti critici nei confronti del governo.

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