Nella giornata di ieri un attacco aereo ha causato la morte di Wissam al Tawil, il vice capo di un’unità delle forze speciali di Hezbollah. La notizia è stata confermata dal Partito di Dio, che ha pubblicato una foto del comandante insieme al leader Hassan Nasrallah e Qassem Solemaini, a pochi giorni dall’anniversario della morte del generale iraniano, teatro di un attacco dell’Isis.

Nel nord di Israele sono scattati gli allarmi per l’infiltrazione di droni. Israele ha dichiarato di non aver paura di entrare in guerra con Hezbollah. Beirut rischia di diventare il teatro di una operazione “copia incolla” di Gaza. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato le truppe nel nord di Israele al confine con il Libano. «Hezbollah ci ha sottovalutato enormemente nel 2006 e lo sta facendo di nuovo ora», ha detto all’esercito israeliano. «Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza nel nord», ha aggiunto il premier.

Il Libano, a sua volta, ha affermato che la sua volontà non è quella di allargare il conflitto nella regione ma di fermare gli attacchi di Israele. Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, ha richiamato l’attuazione della risoluzione 1.701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 2006. Il testo prevede il ritiro di tutte le forze di Hezbollah nel caso in cui Israele si ritiri completamente da tutti i territori libanesi e cessi le violazioni terrestri, marittime e aeree.

Nuova fase del conflitto

Lo scontro nella Striscia di Gaza è entrato in una nuova fase, meno intensa. Lo ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari. «La guerra ha cambiato fase. Ma la transizione avverrà senza cerimonie», ha detto Hagari in un’intervista al New York Times. Anche il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha fatto riferimento ad un cambio di rotta verso «diversi tipi di operazioni speciali» in un’intervista al Wall Street Journal. «Siamo vicini ad una nuova fase nel nord, anche a Gaza City», ha detto. L’ufficio del ministro ha poi specificato che il cambiamento avverrà «presto». Le affermazioni di Gallant hanno causato, però, le proteste del ministro della Sicurezza nazionale, Ben Gvir. «Questo non è il modo in cui vinceremo», ha detto Gvir, precisando che l’annuncio non era autorizzato. Nonostante le dichiarazioni dell’esercito di una descalation del conflitto, l’ufficio del primo ministro ha rilasciato una dichiarazione congiunta con Gallant in cui ha sottolineato che la guerra non si fermerà per ora ma «continuerà per molti mesi».

Il primo ministro israeliano Netanyahu ha bisogno del supporto internazionale per continuare il conflitto. «Stiamo lavorando per garantirlo», ha detto. La dichiarazione è arrivata a seguito della conferma da parte di alcuni media israeliani dei rapporti tesi tra i due.

Visita di Blinken

Non a caso la decisione di una svolta nel conflitto è stata riportata in alcune interviste di alcune testate americane. Israele è fortemente convinto che la quarta visita del segretario di Stato americano, Antony Blinken, abbia lo scopo di verificare i risultati raggiunti. Nella mattina di ieri si è recato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti per poi proseguire il suo tour in Arabia Saudita. Blinken aveva già affermato che è «imperativo» che Israele si impegni per proteggere i civili palestinesi a Gaza che hanno tutto il diritto di tornare a casa.

«Irresponsabile chi vuole i palestinesi fuori da Gaza», ha detto criticando le dichiarazioni dei ministri israeliani. Insieme allo sceicco Sheikh Mohammed bin Zayed, il segretario americano ha confermato la volontà di prevenire l’espansione del conflitto anche nei paesi vicini, soprattutto a seguito degli ultimi attacchi in Siria e in Libano. Gli Stati Uniti si sono dichiarati pronti a «garantire una pace regionale duratura che garantisca la sicurezza di Israele e faccia avanzare la creazione di uno stato palestinese indipendente», ha detto il dipartimento di Stato americano. Il suo viaggio proseguirà anche in Israele, Egitto e Cisgiordania.

Anche l’Egitto ha intensificato gli sforzi per un cessate il fuoco a Gaza. Il presidente Abdel Fattah al Sisi ha incontrato il leader dell’Anp Abu Mazen. L’obiettivo è fornire «il massimo sostegno» all’Autorità nazionale palestinese per proseguire nel suo ruolo.

Altro fronte

Oltre al Libano, Israele è stato accusato di portare avanti un’ondata senza precedenti di attacchi aerei in Siria mirando camion , infrastrutture e persone coinvolte nella fornitura di armi iraniane. Lo ha riportato Reuters. Le fonti hanno riportato un cambiamento negli attacchi israeliani dall’inizio del conflitto ad ottobre 2023. «Bombardano tutti direttamente. Bombardano per uccidere», hanno riportato all’agenzia di stampa confermando la morte di 19 membri di Hezbollah in Siria dall’inizio del conflitto da aggiungere alle vittime dei bombardamenti sul Libano meridionale.

L’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso il responsabile del lancio dei missili dalla Siria, Hassn Achasha. Dopo la notizia, l’Idf ha dichiarato che non permetterà il lancio di razzi di Hamas diretti a Israele proveniente dal territorio siriano, ma nel caso dovesse succedere il governo siriano verrà ritenuto responsabile. «Continueremo ad agire contro ogni minaccia», ha detto il portavoce dell’Idf.

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