Per evitare di essere accusata di non aver segnalo in tempo il pericolo di un conflitto, come descritto nel libro i I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande guerra di Christopher Clark, la Casa Bianca ha scelto di rispondere all’escalation russa sul terreno con una pari escalation di allarmi verbali e sforzi diplomatici.

Il presidente americano, Joe Biden, e quello francese, Emmanuel Macron, ieri hanno parlato ancora una volta con Vladimir Putin per cercare una difficile via di uscita all’impasse diplomatico. Biden, alle 17 ora italiana, ha accelerato i tempi della conversazione, durata 62 minuti, rifiutando la proposta di Mosca di aggiornarsi a domani. L’Eliseo ha detto che Macron ha chiesto a Putin la de-escalation, di implementare gli accordi di Minsk e che un “sincero dialogo” non prevede escalation sul terreno.

L’escalation

L’intelligence Usa ha avvertito che il Cremlino potrebbe ordinare “l’invasione” in qualunque momento (data probabile il 16 febbraio) e che l’attacco russo a Kiev inizierebbe con un bombardamento aereo. In questo clima di “venti di guerra” il dipartimento di Stato Usa ha ordinato la partenza della maggior parte dei funzionari americani dell’ambasciata Usa a Kiev «per la persistente minaccia di un intervento militare».

In più Washington chiede ai suoi cittadini in Ucraina di fare le valigie perché nessuno andrà a salvarli. Anche la Russia ha ridotto lo staff diplomatico della sua ambasciata a Kiev anche se Mosca ha smentito di trattarsi di una riduzione di personale, ma solo di una riorganizzazione interna.

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, una vecchia volpe della diplomazia del Cremlino dai tempi dell’Unione sovietica, ha dichiarato in un’escalation verbale che «le richieste russe sono state ignorate», mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo ha affermato che «l’isteria della Casa Bianca parla chiaro: gli anglosassoni hanno bisogno di una guerra».

Un modo palese di dividere l’occidente tra anglosassoni (cattivi) e gli altri (pronti al dialogo). Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, afferma che gli allarmi americani sull’invasione stanno provocando il panico tra i cittadini, che in piccoli gruppi si addestrano in periferia con fucili di cartone. E pensare che Kiev nel 1991 aveva 5mila testate nucleari, ma il paese della tragedia di Chernobyl scelse opportunamente la denuclearizzazione e tutte le bombe atomiche furono smantellate o portate in Russia.

Intanto nel Mar Nero si sfidano le flotte sia russe sia di numerosi paesi occidentali tra cui una portaerei francese. I russi dicono di aver costretto un sommergibile americano nel Pacifico ad allontanarsi dalle isole Curili. In questo clima la Farnesina ha chiesto agli italiani di lasciare il paese così come ha fatto la Germania, i Paesi Bassi, la Nuova Zelanda, il Belgio e l’Australia.

Il piano di Mosca

Mosca sogna di riportare indietro l’orologio della storia e rivendica la “finlandizzazione” dell’Ucraina, cioè l’assicurazione scritta che Kiev non entrerà nella Nato perché sottoposta a sovranità limitata così come avvenne con la Finlandia ai tempi della Guerra fredda.

Biden, sebbene abbia ribadito più volte che non invierà i marines in caso di invasione, resiste a questa richiesta, timoroso di perdere consensi nell’opinione pubblica dopo la precipitosa e disastrosa ritirata dall’Afghanistan dopo vent’anni di guerra ai Talebani.

Il modello della Polonia

Mosca, per evitare l’invasione, potrebbe cercare di creare un clima di assedio simile a quello che avvenne negli anni Ottanta nella Polonia di Solidarnosc quando l’allora Unione sovietica chiamò i partner del Patto di Varsavia per costringere il governo polacco a rientrare in carreggiata per evitare l’invasione così come accadde in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.

Il generale polacco, Wojciech Jaruzelski, prese il potere istituendo la legge marziale nel 1981, arrestando i membri di Solidarnosc, fermando il processo democratico, rassicurando Mosca ed evitando al paese baltico l’invasione sovietica. Mosca sostiene l’opzione di favorire uno “spontaneo” cambio di governo a Kiev in linea con i desiderata della Russia.

Il Pentagono ha ritirato parte dei soldati in Ucraina e anche la Gran Bretagna ritirerà tutti i suoi militari in Ucraina entro oggi.

L’Ue brilla per la sua assenza

L’Ue, che brilla per la sua inconsistenza politica, continua a dichiarare di essere unita nel sostenere Kiev. Lo ha ribadito l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, lo spagnolo Josep Borrell, su Twitter. Borrell ha reso noto di aver avuto una conversazione con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

«Saremo risoluti nell’agire in caso di ulteriore aggressione da parte della Russia», ha detto Borrell evocando l’ipotesi di far scattare pesanti sanzioni tra cui quella di escludere Mosca dai circuiti di pagamenti internazionali. Un’arma spuntata che farebbe solo cadere Mosca in braccio alla Cina.

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