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Nella sottovalutazione delle questioni ideologiche, il caso della Polonia appare per molti versi paradigmatico. Alla vigilia del conflitto pochi avrebbero potuto immaginare la straordinaria accoglienza di quasi tre milioni di profughi ucraini da parte dei polacchi, almeno quanto improbabili erano da considerarsi, ancora poche settimane fa, le ambizioni di protagonismo di Varsavia dopo lo scoppio della guerra.
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Tale strategia affonda le sue radici nelle due forme di nazionalismo affermatesi in Polonia in età contemporanea: quello civico, identificabile grossomodo con l’idea di patriottismo, e il nazionalismo di tipo etnico.
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Il testo fa parte del numero di Scenari “Le terre di mezzo”: in edicola e in digitale dal 15 luglio.
Nell’indagine sulle cause che hanno portato all’aggressione russa dell’Ucraina si enfatizzano generalmente i calcoli strategici e alcuni dati statistici di carattere militare, più o meno oggettivi, in base ai quali si ritiene che sarebbe stato possibile prevedere l’assalto militare russo e le sue conseguenze sul piano geopolitico. L’analisi politica di genere realistico, che in alcuni suoi interpreti si riduce a una sorta di risiko a uso e consumo dei media e di “indovinate”, almeno da un pun



