Scandalo energia e Donbass in pericolo: per Zelensky inizia l’inverno peggiore

Le prossime settimane saranno fondamentali per decidere il futuro di Volodymyr Zelensky. Sul fronte militare, il presidente ucraino rischia di perdere la strategica città di Pokrovsk, su cui ha centrato tutta la sua difesa del Donbass. Perderla prima dell’arrivo dell’inverno, e della probabile pausa nell’offensiva russa, rischia di convincere non solo Donald Trump, ma anche una parte dei suoi sostenitori, che proseguire il conflitto sia ormai inutile. Ma Zelensky rischia anche sul fronte interno. L’inverno si annuncia come uno dei più difficili per il paese, a causa dei bombardamenti russi contro la rete elettrica. Dopo l’attacco con 45 missili nella notte tra domenica e lunedì, Kiev ha chiesto una riunione d’emergenza dell’Agenzia atomica internazionale per discutere la sicurezza delle sue centrali. Nel frattempo, le indagini della procura anti-corruzione, che il presidente ucraino aveva cercato di mettere sotto controllo la scorsa estate, si stanno avvicinando sempre più alla sua cerchia ristretta. Lunedì Timur Mindich, il principale socio in affari del presidente, ha lasciato il paese poco prima che la polizia anticorruzione perquisisse la sua abitazione. Pokrovsk allo stremo, il Donbass in bilico. Lo shutdown Usa congela le armi per Kiev Accerchiati o no? L’alto comando delle forze armate ucraine ha ribadito che le truppe che difendono Pokrovsk e la città gemella, Myrnohrad, non sono circondate. «Le operazioni di rifornimento logistico proseguono», ha scritto l’alto comando, ammettendo però che la situazione «resta difficile». Il Settimo corpo, che difende la città, ha fatto sapere che gli assalti nemici sono in aumento: «La scorsa settimana, i russi hanno attaccato le nostre unità 132 volte. Questo numero è quasi il 20 per cento in più rispetto alla settimana precedente». Secondo analisti e molti militari sul campo che hanno parlato con la stampa – i giornalisti non possono visitare Pokrovsk sin dall’estate – la città potrebbe cadere da un momento all’altro, ma l’alto comando non si rassegna e continua a inviare rinforzi e a lanciare contrattacchi. L’importanza di Pokrovsk è più politica che militare. Anche se la città cadesse domani, i russi dovrebbero comunque occupare almeno altre tre città, tra cui Kramatorsk, che prima della guerra aveva 150mila abitanti, prima di poter dichiarare vittoria nel Donbass: un obiettivo che sembra impossibile da raggiungere prima di mesi e mesi di scontri altrettanto sanguinosi. Ma, dopo un anno di combattimenti, Pokrovsk è diventata il simbolo della difesa ucraina nel Donbass, e, in caso di caduta, Zelensky teme un contraccolpo non solo in patria, ma anche all’estero. Gli arresti di Putin, che vede nemici ovunque, evocano le purghe di Stalin L’umore di Donald Al momento, Donald Trump appare favorevole all’Ucraina, e i negoziati tra Washington e Mosca sono stati congelati. Ma l’appello lanciato nei giorni scorsi dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che ha proposto un incontro con il suo omologo americano, ricorda a Kiev che le simpatie della Casa Bianca si allineano spesso con quelle dell’ultima persona che parla con Trump. Se gli ucraini dovessero ritirarsi da Pokrovsk, fornirebbero un argomento in più per persuadere Trump che la causa ucraina è ormai perduta e che sostenere ancora Kiev non ha più senso. Pokrovsk in bilico e buio a Kiev: l’Ucraina ora punta tutto sui droni Gli scandali Il capo della Casa Bianca, probabilmente, si farà influenzare in misura minore dagli scandali interni all’Ucraina. Ma le inchieste sulla corruzione rischiano di erodere il consenso interno di Zelensky e, potenzialmente, il sostegno degli alleati europei. Lunedì, la procura anti corruzione ha pubblicato parte delle intercettazioni realizzate nel corso dell’inchiesta Midas, un’indagine su uno scandalo nel settore energetico che tocca da vicino diversi alleati del presidente. Ma il colpo più grosso è stata la perquisizione nell’abitazione di Timur Mindich, coproprietario insieme a Zelensky dello Studio Kvartal 95, che produceva gli show del presidente quando lavorava come attore. Ucraina, la battaglia finale di Pokrovsk: i dubbi sulla reazione degli Stati Uniti Intanto, non se la passa troppo bene nemmeno il principale rivale di Zelensky, l’ex comandante delle forze armate Valerii Zaluzhnyi, oggi ambasciatore a Londra e considerato da molti il futuro candidato presidente dell’opposizione. Secondo il Wall Street Journal, il sabotaggio del gasdotto tedesco Nord Stream, nel settembre del 2022, sarebbe stato eseguito da un team di sabotatori ucraini sotto il suo diretto comando. Un precedente non ideale per un candidato presidente che, se eletto, si troverà a trattare con quegli stessi paesi di cui, da generale, ha ordinato il sabotaggio.