Ieri, per la prima volta in 133 giorni, il ministero della Difesa russo non ha rivendicato nuove conquiste territoriali in Ucraina. Secondo gli esperti, come gli analisti del think tank Institute for the study of war, si tratterebbe di un segnale della riorganizzazione delle truppe russe in attesa dell’inizio di una nuova offensiva, questa volta diretta contro la regione di Donetsk e la città di Sloviansk, l’ultimo grande centro abitato che gli ucraini controllano nella regione orientale del Donbass.

Lunedì, l’esercito russo aveva confermato la conquista di Lysychansk segnando così il completamento dell’occupazione della regione di Luhansk, che insieme a Donetsk forma il famigerato bacino del Donbass. Circa metà di quest’area, che la Russia ha definito il suo principale obiettivo nella seconda fase dell’invasione dell’Ucraina, è attualmente in mano russa.

La battaglia è durata per oltre 60 giorni e ha causato pesanti perdite sia agli ucraini che ai russi. Ma i primi sono riusciti a sfuggire all’accerchiamento e ora hanno occupato nuove posizioni difensive più ad ovest. Lo scontro è stato lungo e difficile e prima di proseguire, dicono gli esperti, la Russia ha bisogno di riorganizzare le proprie forze, portare rinforzi in prima linea e sostituire gli equipaggiamenti distrutti o danneggiati.

Nonostante la pausa, però, piccoli scontri, attacchi locali e bombardamenti proseguiranno lungo tutto il fronte. Anche ieri ci sono stati numerosi combattimenti, ma per il momento le grandi operazioni sono cessate. Non è chiaro quanto durerà l’attuale pausa, ma è sicuro che gli ucraini non avranno molto tempo per godersi la tregua.

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