Tutti gli osservatori internazionali sono concentrati sugli effetti delle possibili sanzioni occidentali alla Russia in caso di invasione dell’Ucraina.

Pochi, però, si chiedono cosa potrebbe accadere se l’Ucraina decidesse di bloccare l’export verso la Russia e di aprire le danze delle ritorsioni bloccando le rilevanti forniture di materie prime o prodotti semilavorati a volte insostituibili nelle catene di approvvigionamento di Mosca. Scenari da fantascienza? Non proprio. Vediamo perché.

Ricordiamo che il gasdotto North Stream2, che passa nel Mar Baltico e congiunge la Russia con la Germania, era stato progettato da Mosca proprio per bypassare Kiev e gli altri stati baltici, le loro richieste di dazi e la possibilità di “drenare” gas russo a uso domestico invece che farlo passare per l’Europa centrale.

Insomma per separare i destini economici dei due stati. Inoltre, Mosca nel 2013 ha messo delle sanzioni economiche su alcuni prodotti ucraini tra cui alcuni carichi di cioccolata (da cui il nome di “guerra della cioccolata”) che sono stati fermati alla frontiera con pretesti vari.

Un esempio di sanzioni ucraine alla Russia? Forse non tutti sanno che la strategica industria dei semiconduttori statunitense importa il 90 per cento delle forniture di neon dall’Ucraina.

Il neon, fondamentale per i laser utilizzati per produrre i semiconduttori, è un sottoprodotto della produzione siderurgica russa, secondo un report della società Techcet. Il neon, secondo la Reuters, viene poi lavorato e purificato in Ucraina.

Se l’Ucraina dovesse interrompere la catena di approvvigionamento oggi in funzione lascerebbe la Russia senza sbocchi per la sua produzione “grezza” di neon. Un brutto colpo per Mosca.

L’Ucraina è un esportatore di una varietà di materie prime fondamentali per l’economia globale tra cui proprio la produzione dei semiconduttori. Settore, dopo la pandemia, in grave crisi di offerta a causa dei colli di bottiglia degli approvvigionamenti provenienti soprattutto da Taiwan, isola, guarda caso nelle mire espansionistiche questa volta del leader cinese Xi Jinping.

Se l’Ucraina dovesse bloccare i rapporti commerciali con Mosca per la produzione del neon sarebbe un altro colpo al settore dei chip americani. L’Ucraina quest’anno, secondo il Fmi ,crescerà del 3,6v per cento, con una inflazione annua del 7,2 per cento, e una popolazione di 41 milioni di abitanti.

Il granaio d’Europa

L’Ucraina è un gigante alimentare ed è il terzo paese esportatore di cereali mondiale, dietro Stati Uniti e Argentina. I suoi prodotti più venduti all’estero sono i semi di girasole e il grano. Nel 2021, Kiev ha venduto all’estero quasi 45 milioni di tonnellate di cereali.

La Russia ne ha venduti “solo” 32 milioni fuori dai suoi confini. Per questo l’Ucraina è considerata il granaio d’Europa. I due paesi sono quindi concorrenti nel settore e nel passato Mosca ha imposto il suo diktat provocando secondo fonti storiografiche occidentali, milioni di morti in Ucraina negli anni Trenta del secolo scorso, a causa di una carestia causata da piani di collettivizzazione a marce forzate e quote eccessive di consegne di grano imposte agli ucraini da parte dei russi. Una terribile vicenda che pesa ancora nei rapporti tra i due governi.

Export ucraino verso la Russia

 L’Ucraina e la Russia hanno forti legami risalenti all’economia sovietica e ai kombinat, i grandi complessi industriali, formati da imprese statali specializzate in un settori spesso legati all'industria siderurgica e a quella della meccanica pesante.

Se Kiev dovesse bloccare queste relazioni commerciali ed industriali per Mosca sarebbero problemi seri perché interromperebbe una catena di produzione collaudata da decenni. Quanto pesa l’export ucraino verso la Russia? Kiev ha spedito beni per un valore di 2,7 miliardi di dollari alla Russia nel 2020, (terzo partner commerciale dopo la Cina e la Polonia).

I beni ucraini più rilevanti esportati in Russia includono ossidi di alluminio, materiale ferroviario o tram, uranio naturale, laminati piatti prodotti in acciaio inossidabile e laminati a caldo in ferro o acciaio.

L’import russo dall’Ucraina è basato su prodotti legati all'energia, petrolio, carbone e gas. Se l’occidente si offrisse di acquistare i prodotti e semilavorati oggi destinati alla Russia per Mosca sarebbero problemi seri.

Ovviamente non conosciamo gli effetti esatti alle ipotetiche sanzioni economiche ucraine alla Russia, ma è possibile che potrebbero fare molti danni.

Mosca potrebbe ovviamente potenzialmente trovare soluzioni alternative contro la maggior parte di queste mosse ucraine ma, come minimo, dovrebbe aspettarsi ulteriori picchi di inflazione e pressioni sulle catene di approvvigionamento in numerosi settori critici.

Senza contare che la Crimea, oggi in mani russe, soffre di scarsità d’acqua, mentre la vicina Ucraina ne ha in abbondanza.

© Riproduzione riservata