«Ue a rischio estinzione». Il manifesto sovranista dell’America di Trump

L’immagine che emerge dal documento sulla strategia nazionale pubblicato dalla Casa Bianca è di un paese concentrato sul dominio dell’emisfero occidentale, impegnato a bacchettare gli alleati europei in crisi, desideroso di fare un passo indietro in Medio Oriente e in generale pronto a disimpegnarsi da qualunque responsabilità che non sia connessa all’interesse nazionale inteso nel senso più stretto possibile. Il primo fra gli obiettivi della strategia americana è questo: «Assicurare che l’emisfero occidentale rimanga ragionevolmente stabile e ben governato a sufficienza da prevenire l’immigrazione di massa negli Stati Uniti», priorità strettamente connessa alla controversa campagna di attacchi a imbarcazioni di presunti “narco-terroristi” nei Caraibi. Non a caso, in uno dei passaggi più notevoli del testo si avvisa che è intenzione degli Usa trumpiani di «ripristinare la supremazia statunitense in America Latina». Tocca a Israele sbloccare lo stallo in Medio Oriente Un nuovo attacco Il segretario della Difesa, Pete Hegseth, è sotto pressione per aver dato l’ordine di uccidere tutti i membri dell’equipaggio di una nave all’inizio di settembre, ma nonostante le polemiche giovedì la Casa Bianca ha annunciato un nuovo attacco. Insomma, la campagna è perfettamente in linea con quello che la strategia di sicurezza nazionale chiama «il corollario Trump alla dottrina Monroe». Il documento è un manifesto di politica nazionalista e America First che ripropone con rinnovata assertività principi che Trump ripete da sempre. «Dopo la fine della Guerra fredda, l’élite della politica estera americana si è convinta che la dominazione americana del mondo intero fosse nell’interesse del nostro paese. Invece gli affari di altri paesi ci riguardano soltanto se le loro attività minacciano direttamente i nostri interessi», si legge nella premessa, dalla quale discendono varie considerazioni sul disimpegno americano globale. Sul Medio Oriente, ad esempio, la Casa Bianca scrive che «i giorni in cui dominava la politica estera americana sono fortunatamente finiti», e sul quadrante Indo-Pacifico la priorità è garantire il libero flusso delle merci ed esercitare la deterrenza militare su Taiwan. Mentre mancano del tutto critiche esplicite nei confronti della Russia di Putin, le parti più abrasive del documento riguardano l’Europa, che non è soltanto presentata come un continente in crisi economica, ma come una civiltà «in erosione», al collasso, a rischio «estinzione». I colpevoli di questo declino sono l’Unione europea e «altre entità sopranazionali che mettono a repentaglio la libertà politica e la sovranità», accompagnate da politiche migratorie che «stanno trasformando il continente», creando «tensioni», «censura», «soppressione dell’opposizione», «calo demografico», «perdita delle identità nazionali e della fiducia in sé». Conclusione: «Se le attuali tendenze continueranno, il continente sarà irriconoscibile fra vent’anni». Nella lista degli obiettivi strategici di Washington c’è anche quello di «coltivare la resistenza all’attuale traiettoria dell’Europa all’interno delle nazioni europee», che sembra indicare la volontà di interferire nella politica degli alleati per sostenere chi la pensa come il presidente. L’amministrazione vuole che «l’Europa rimanga europea, che riprenda la fiducia nella sua civiltà e abbandoni la sua inutile preoccupazione per il soffocamento regolatorio». E proprio a proposito di regolamentazione è arrivata una multa di 120 milioni di euro della Commissione Ue alla piattaforma X di Elon Musk, per aver violato gli obblighi di trasparenza previsti nella legge europea sui servizi digitali (Dsa). La “bacheca della vergogna” sul sito della Casa Bianca. Trump mette all’indice i media sgraditi Abbandonare l’Ucraina Il documento strategico sancisce una volta ancora l’abbandono dell’Ucraina da parte dell’amministrazione. «È nell’interesse primario degli Stati Uniti negoziare una cessazione delle ostilità in Ucraina», scrive la Casa Bianca, ma il governo «è in contrasto con i funzionari europei che hanno aspettative irrealistiche sulla guerra». E questi non meglio identificati funzionari sono membri di «governi di minoranza», molti dei quali «calpestano le norme basilari della democrazia attraverso la soppressione dell’opposizione». Visto dalla Casa Bianca, il dramma del Vecchio Continente è che «gli stati europei non sono in grado di riformarsi da soli se rimangono intrappolati in una crisi politica», ed è su questa considerazione che si innesta il proposito trumpiano di aiutare la «resistenza». Se l’Europa in preda a un declino suicida non riesce a governarsi da sé, qualcun altro dovrà farlo: a questo dato di sostanza sembra alludere il manifesto strategico sovranista e isolazionista che a parole teorizza il disimpegno americano. Salvini sbraita sulle armi per l’Ucraina, ma alla fine dovrà piegarsi