Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato un nuovo pacchetto di aiuti finanziari per l’Ucraina, Israele e Taiwan. Tra questi, rientra anche l’aiuto di 1 miliardo di euro per risolvere la crisi umanitaria a Gaza. «Voglio chiarire ancora una volta che il mio supporto verso Israele è ferreo», ha detto Biden.

«Ci assicureremo immediatamente che gli aiuti e il materiale per gli interventi chirurgici, cibo, forniture mediche, acqua pulita» raggiungano la popolazione ha detto il presidente americano aggiungendo che «Israele debba assicurarsi che tutti questi aiuti raggiungano i palestinesi di Gaza senza indugio». 

A dicembre 2023 la Food security information network ha identificato oltre un quarto della popolazione, ovvero 600mila persone in condizioni di «catastrofe» (livello 5 dell’Integrated food security phase classification) e a rischio carestia. A stabilirlo è il rapporto globale sulle crisi alimentari 2024 del Food security information network. Più in generale l’intera popolazione della Striscia di Gaza, con i suoi 2,2 milioni di abitanti è diventata la crisi alimentare più grave nella storia della scala della sicurezza del cibo.

Presto l’attacco a Rafah

Gli aiuti arrivano in un momento molto delicato in cui il conflitto sta per assumere una nuova fase. Dato che l’esercito ha riferito alla Reuters di essere pronto per l’offensiva militare su Gaza, si attende solo l’ok politico del governo guidato da Benjamin Netanyahu.

Secondo quanto riferito da diversi media israeliani nelle prossime quattro o cinque settimane i palestinesi dovranno evacuare nei complessi di tende allestiti dalle organizzazioni umanitarie internazionali.

Il piano per l’operazione Rafah è stato presentato ai funzionari americani e ad altre agenzie nella regione, riporta Kan. Secondo il piano, l’operazione andrà avanti per fasi, sulla base di una divisione regionale di Gaza in aree definite.

L’offensiva potrebbe arrivare dopo la visita di settimana prossima del Segretario di stato americano, Antony Blinken, in Arabia Saudita e Israele dove terrà colloqui diplomatici di alto livello. Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è proposto come mediatore tra le parti per liberare gli ostaggi e arrivare a una tregua umanitaria. Nelle ultime ore Hamas ha provato a sedare i dubbi sull’eventuale morte degli ostaggi mostrando il video di un prigioniero americano rapito dall’organizzazione lo scorso 7 ottobre. 

Le fosse comuni

Israele rischia di tornare sul banco degli imputati dell’opinione pubblica internazionale per la sua radicale condotta a Gaza. Dopo le Nazioni unite anche la Commissione europea «chiede un'indagine indipendente su tutti i sospetti e tutte le circostanze» relative alle fosse comuni scoperte nei principali ospedali della Striscia di Gaza «perché tutto questo crea l’impressione che potrebbero essere state commesse violazioni dei diritti umani internazionali». Lo ha detto il portavoce dell’esecutivo Ue, Peter Stano durante l’incontro quotidiano con la stampa a Palazzo Berlaymont a Bruxelles. La Commissione, ha aggiunto, è «profondamente preoccupata» della situazione.

Più di 324 corpi sono stati trovati (per ora) in fosse comuni fuori dall’ospedale Nasser a Khan Younis che si sommano a quelli (381) trovati dopo il ritiro dell’esercito israeliano il 1° aprile nel cortile dell’ospedale di Al Shifa a nord di Gaza.

In un comunicato stampa, l’Alto Commissario per i diritti umani Volker Türk, aveva sottolineato ieri la necessità di «indagini indipendenti, efficaci e trasparenti» nel «clima prevalente di impunità». Il funzionario Onu ha affermato che alcuni cadaveri sono stati trovati legati e spogliati e ha chiesto ulteriori indagini su potenziali violazioni del diritto internazionale umanitario.

L’esercito di Israele ha negato di averli sepolti, dicendo di aver riesumato i corpi alla ricerca degli ostaggi e di averli riportati con il dovuto rispetto alle loro tombe. Ma Sky News, riporta Semafor, ha riferito che le immagini satellitari e i social media hanno mostrato che le forze israeliane hanno demolito le tombe dopo che sono entrati negli ospedali.

Berlino torna a finanziare l’Unrwa

Nel frattempo, il governo tedesco ha ripreso gli aiuti all’agenzia umanitaria palestinese delle Nazioni unite Unrwa, ha riferito la Welt. Diversi altri paesi hanno ricominciato a finanziare l’Unrwa dopo la sospensione del sostegno a causa delle accuse israeliane secondo cui i membri dell'agenzia avrebbero sostenuto Hamas, ma un recente rapporto condotto dall’ex ministro degli esteri francese Colonna, non ha trovato prove a sostegno di tali affermazioni.

La Giamaica riconosce la Palestina

Il governo Netanyahu deve prendere atto di un nuovo clima internazionale sul riconoscimento della Palestina dove il governo della Giamaica ha «preso la decisione di riconoscere lo stato di Palestina». Lo ha annunciato la ministra degli Esteri giamaicana Kamina Johnson Smith. «La Giamaica continua a sostenere la soluzione dei due stati come unica opzione praticabile per risolvere il conflitto di lunga data, garantire la sicurezza di Israele e sostenere la dignità e i diritti dei palestinesi», ha spiegato la Johnson Smith in un comunicato. La Giamaica si unisce ora ai 140 stati membri delle Nazioni Unite che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, sottolinea il comunicato. Un segnale che Tel Aviv non dovrebbe sottovalutare.

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