Almeno cinque consulenti militari, fra cui il capo della stazione siriana delle Guardie rivoluzionarie, i Pasdaran, sono stati uccisi in un raid a Damasco, la capitale della Siria del presidente Bashar al Assad, alleato di Teheran e finora rimasto taciturno dallo scoppio del conflitto a Gaza. Ad ammettere l’attacco sono state le stesse Guardie della Rivoluzione, in una dichiarazione citata dalla tv di stato, che hanno fatto il nome di Sadegh Omidzadeh, responsabile dell’intelligence nell’area. «Il criminale regime sionista ha aggredito ancora una volta la capitale siriana e gli aerei da combattimento del regime usurpatore hanno ucciso un certo numero di forze siriane e quattro consulenti militari iraniani», afferma il comunicato rilanciato dalla agenzia iraniana Tasnim.

Se la nuova strategia di Israele è quella di passare ad attacchi mirati contro i gruppi ostili e i leader più conosciuti ormai non c’è luogo in Medio Oriente che non sia stato terreno di queste operazioni.

Un negoziante di Damasco, che si trovava nei pressi dell’edificio nel quartiere nel quartiere di Mezzeh, la parte occidentale della capitale, che è stato teatro dell’attacco, ha affermato di aver udito cinque esplosioni intorno alle 10:15.

Il commerciante ha aggiunto di aver visto che dalla palazzina venivano trasportati i corpi di un uomo, di una donna e di tre feriti. «Il negozio adiacente all’esplosione ha tremato. Quando sono uscito all’aperto ho visto il fumo che usciva da dietro la moschea», ha detto all'Associated Press il testimone oculare.

La polizia si è schierata intorno all'edificio di quattro piani distrutto, mentre ambulanze e mezzi anti-incendio sono giunti nella zona. I vetri delle finestre degli edifici vicini sono andati in frantumi. Da notare che le reazioni iraniane a questi continui raid sono finora rimasti tutto sommato modesti. Anzi va segnalato che il Pakistan e l'Iran hanno ripristinato le relazioni diplomatiche, secondo quanto reso noto dall'ufficio del primo ministro ad interim Anwaar-ul-Haq Kakar. Il passo arriva dopo che entrambi i paesi si sono scambiati attacchi con droni e missili su basi di militanti sul territorio dell'altro.

Secondo altre fonti citate da SkyNews Arabia, tra le vittime del raid ci sarebbe anche uno dei leader della Jihad islamica palestinese (Pij), Akram Al Ajouri. Altre fonti indicano che nel raid, imputato a Israele, sia rimasto coinvolto anche il segretario generale del gruppo terroristico, Ziad Nakhla. Nell’edificio colpito sarebbe stato in corso un vertice tra pasdaran e i gruppi armati della regione loro alleati in chiave anti Israele.

Pasdaran e Houthi

Il ruolo dell’Iran nel sostegno ai ribelli houthi era noto ma ora ci sarebbe un nuovo livello di coinvolgimento del regime di Teheran nel sostegno alle operazioni dei ribelli che stanno infestando con i loro attacchi la navigazione commerciale nel mar Rosso provocando danni enormi al commercio internazionale che usa il canale di Suez per raggiungere i porti europei tra cui quelli italiani.

Comandanti del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane e del gruppo Hezbollah libanese sarebbero sul campo nello Yemen per aiutare a dirigere e supervisionare gli attacchi degli Houthi alle navi in transito nel Mar Rosso, hanno detto a Reuters quattro fonti regionali e due iraniane.

Una notizia dai possibili risvolti inquietanti e che potrebbe diventare un nuovo casus belli per l’estensione del conflitto sebbene Washington e Teheran finora abbiano cercato di tenere bassa la tensione per evitare una pericolosa escalation.

L'esercito americano ha effettuato un'altra serie di raid contro i ribelli Houthi dello Yemen, prendendo di mira i lanciatori di missili che si preparavano ad attaccare le navi nel Mar Rosso.

Lo ha affermato la Casa Bianca, spiegando che si tratta del quarto strike. «Queste azioni sono state compiute per legittima difesa, ma aiutano anche a rendere le acque internazionali più sicure sia per le navi militari che per le navi mercantili», ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. Washington sta operando in sintonia con Londra.

Washington sta cercando di ridurre le capacità di offesa degli Houthi, ma i ribelli yemeniti sono ancora in grado di continuare i loro attacchi nonostante una settimana di attacchi, e hanno promesso che continueranno a prendere di mira le navi mercantili. La campagna aerea contro gli Houthi è iniziata la scorsa settimana con attacchi americani e britannici su quasi 30 siti nello Yemen.

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