- I sei partiti che costituiscono la coalizione che sostiene Kemal Kılıçdaroğlu vorrebbero tornare a quel periodo d’oro di crescita economica realizzato da Kemal Dervis 20 anni fa e poi portato avanti da Ali Babacan e Ahmet Davutoglu, ex membri di alto profilo dell'AKP e oggi passati all’opposizione.
- Ma il ritorno al passato degli anni ’20 è semplicemente impossibile, scrive Cihan Tugal, perché il mondo è cambiato e il clima globale è meno favorevole al tipo di economia di libero mercato, basata su investimenti esteri diretti, alti tassi di interesse e liberalizzazione del commercio, del primo decennio al potere dell'Akp.
- Kilicdaroglu non ha nascosto la sua opposizione ai progetti statali dell'Akp, come la produzione di automobili e navi. Progetti megalomani? Forse, ma spesso non basta restaurare, bisogna innovare e saper coinvolgere nel progetto il maggior numero di potenziali elettori.
La Turchia, una delle 20 economie più grandi del mondo, sta cercando la ricetta per mantenere in vita quel miracolo economico che ha tratto fuori dalle povertà milioni di suoi abitanti e consentito di quadruplicare dal 2003 al 2013 il reddito pro-capite da 2.500 dollari a 10mila dollari. Politiche economiche vincenti che Erdogan ha ereditato nel 2002 dal ministro delle Finanze dell’ultimo governo laico di Ankara, Kemal Derviş, 74 anni, morto l’8 maggio scorso a Washington. Derviş, funzionari



