Xi Jinping ha inviato un messaggio al National Committee on US-China Relations, recapitato l’altro ieri dall’ambasciatore Qin Gang in occasione della cena di gala annuale dell’organizzazione no-profit a New York.

Il presidente cinese ha affermato che la Cina «è pronta a lavorare con gli Stati Uniti per rafforzare gli scambi e la cooperazione a tutti i livelli» sulla base del rispetto reciproco e della pacifica convivenza, e che vuole «affrontare congiuntamente le questioni regionali e internazionali, nonché le sfide globali e gestire adeguatamente le differenze, per riportare le relazioni Cina-Usa sulla giusta strada».

  • Perché è importante

La mossa di Xi segnala la volontà della leadership cinese di uscire dalla tesissima impasse che si è determinata con gli Stati Uniti su questioni come gli scambi tra i due paesi, Taiwan, la riduzione delle emissioni di gas serra, tra le altre. Secondo quanto anticipato da Politico, l’atteso incontro tra Xi e il presidente Usa, Joe Biden, è stato fissato per il 15 novembre. Il faccia a faccia virtuale potrebbe preludere a una piena ripresa del dialogo commerciale e militare tra Pechino e Washington.

Intanto ieri al termine del summit Cop26 di Glasgow è arrivato un importante segnale distensivo, con una dichiarazione di impegno congiunto nella lotta ai cambiamenti climatici nei prossimi anni, per centrare gli obiettivi indicati dall’accordo di Parigi del 2015.

  • Il contesto

Mercoledì 3 novembre – dopo un’audizione di due ore – la Commissione affari esteri del Senato Usa ha dato l’ok alla nomina di Nicholas Burns ad ambasciatore in Cina. Burns potrebbe sbarcare a Pechino entro la fine del mese.

Il sessantacinquenne Burns ha alle spalle una lunga carriera diplomatica: il suo è un profilo bipartisan, avendo ricoperto, tra l’altro, sotto la presidenza di George W. Bush l’incarico di ambasciatore presso la Nato tra il 2001 e il 2005 e di sottosegretario di stato tra il 2005 e il 2008; ed essendo stato consigliere del segretario di stato John Kerry sotto l’amministrazione Obama e consigliere di politica estera per le campagne presidenziali di Hillary Clinton nel 2016 e di Joe Biden nel 2020.

Al Senato Burns ha chiarito la linea che l’amministrazione Biden seguirà su alcuni dei dossier più spinosi che dividono Pechino e Washington. Su Taiwan è attesa una politica di sostanziale continuità, con la conferma della cosiddetta “ambiguità strategica” e del principio “Una sola Cina” ma, allo stesso tempo, con l’aumento del sostegno militare all’Isola, che Pechino considera una provincia ribelle, da “riunificare” alla madrepatria.

Xi Jinping si prepara a governare a vita

Si è conclusa l’11 novembre a Pechino la VI sessione plenaria (plenum) del XIX Comitato centrale del Partito comunista cinese. I punti salienti della riunione sono stati riassunti in questo comunicato. Il plenum ha approvato la “Risoluzione sulle grandi conquiste e l’esperienza storica di cento anni di imprese del partito”.

Per il Pcc – di cui quest’anno ricorre il centenario della fondazione – si tratta del terzo documento di questo tipo, dopo la “Risoluzione su alcune questioni della storia del nostro partito” voluta da Mao Zedong; e la “risoluzione su alcune questioni riguardanti la storia del nostro partito dalla fondazione della Repubblica popolare” ispirata da Deng per condannare gli eccessi del maoismo e aprire la strada alle riforme di mercato.

(AP Photo/Ng Han Guan)
  • Perché è importante

Questa terza risoluzione sulla storia del partito ha una duplice funzione. Da un lato indica agli iscritti e ai funzionari la linea da seguire nei prossimi anni, in una fase in cui, per la prima volta nella sua storia, la Repubblica popolare cinese aspira a diventare un paese con un’economia avanzata, un esercito forte e una diplomazia rispettata. Si tratta della “grande rinascita della nazione cinese” promossa dalla narrazione nazionalista di Xi Jinping. D’altro canto la risoluzione ha l’obiettivo di rafforzare il profilo teoretico-politico di Xi in vista del XX Congresso nazionale del partito che, nell’autunno 2022, dovrà eleggere la nuova leadership.

  • Il contesto

In maniera simile a quanto fatto da Mao con la cosiddetta “campagna di rettifica” di Yan’an (1941-1945), fin dall’inizio del suo mandato nel novembre 2012 Xi ha promosso una serie di campagne all’interno del partito per diffondere le sue idee, che sono state riassunte nel “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”.

Dopo aver elevato la sua statura ideologica, Xi si presenterà più forte al XX Congresso, dove potrebbe cercare un inedito terzo mandato come segretario generale. In alternativa il Congresso potrebbe riattivare per Xi la carica di presidente del partito (ricoperta solo da Mao, Hua Guofeng e Hu Yaobang, e “congelata” dal 1982), lasciando vacante o sospendendo quella di segretario generale. In questo modo Xi potrebbe continuare a guidare il partito e il paese (da una posizione ancora più “elevata”) senza violare la consuetudine del limite di due mandati per il segretario generale.

Yuan, di Lorenzo Riccardi

Pechino: cultura, nuovi ricchi e Olimpiadi

Pechino non è soltanto la capitale della Cina, ma anche il centro politico, culturale, scientifico ed economico del paese. Amministrativamente è una “municipalità” (sotto il diretto controllo del governo centrale) di oltre 16mila km2, composta da sedici distretti e abitata da 22 milioni di persone. In quest’area si trova uno dei primi siti abitati dall’uomo nell’intera regione asiatica, come testimoniato dai fossili dell’uomo di Pechino (Homo erectus pekinensis, prima specie di homo herectus), ritrovati a Zhoukoudian e risalenti a 700mila anni fa, nel Pleistocene.

La città, che ha una storia di oltre 3mila anni, è stata la capitale di quattro dinastie imperiali, e il suo glorioso passato è ben evidente nei numerosi siti storici, oggi patrimonio dell’Unesco: la Città Proibita, la Grande Muraglia, il Tempio del Cielo, il Palazzo d’Estate, le Tombe dei Ming, e il Gran canale Pechino-Hangzhou, oltre che nei tradizionali hutong, i vicoli del suo centro storico, che ancora trovano spazio tra le torri ultramoderne dei nuovi distretti.

Ma Pechino è anche uno dei principali centri economici e finanziari della Cina, con un’alta concentrazione di società high tech e centri di ricerca e innovazione. Nella prima metà del 2021 ha registrato una crescita economica di oltre il 13,4 per cento e nel 2020, in piena pandemia, il suo prodotto interno lordo ha superato quello di Svezia e Belgio. Il mercato è dominato dal terziario, con il settore dei servizi che genera l’84 per cento del Pil, di gran lunga superiore allo standard nazionale, e in linea con le metropoli dei paesi occidentali.

Con circa 26mila dollari l’anno, Pechino ha il Pil pro capite più alto della Cina, ed è la città con il maggior numero di miliardari al mondo secondo la classifica Forbes 2021. La capitale rappresenta la cultura e l’economia ma anche lo sport: tra due mesi diverrà la prima città ad aver ospitato sia le Olimpiadi estive (nel 2008) che quelle invernali, che si svolgeranno dal 4 al 20 febbraio 2022.

ExxonMobil, investimento da 10 miliardi nella provincia del Guangdong

Con un comunicato datato 8 novembre 2021, il colosso statunitense dell’energia ExxonMobil ha confermato la sua decisione di costruire un mega impianto nel Parco industriale petrolchimico di Dayawan, nella città di Huizhou, nella provincia meridionale del Guangdong. Secondo quanto anticipato mesi fa dall’agenzia Xinhua, l’investimento dovrebbe ammontare a oltre 10 miliardi di dollari, cifra non confermata dalla major Usa.

AP
  • Perché è importante

La Cina è il principale consumatore e importatore di prodotti petrolchimici. Quello di Dayawan sarà uno dei pochissimi complessi petrolchimici in territorio cinese interamente di proprietà di un’azienda straniera, mentre generalmente il governo di Pechino impone joint-venture con compagnie locali. A Dayawan verranno prodotti polimeri utilizzati per il packaging, il settore automobilistico, quello agricolo e prodotti di consumo per l’igiene personale.

Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, ExxonMobil sta anche trattando con partner locali per una joint-venture per costruire un terminal per le importazioni di gas naturale liquefatto nella stessa città di Huizhou. Entrambi i progetti rientrano in un accordo siglato nel 2018 tra il colosso texano e le autorità cinesi. Huizhou confina con la metropoli di Shenzhen, il principale polo tecnologico e dell’innovazione della Cina.

  • Il contesto

Nonostante le tensioni politiche con gli Stati Uniti, la Cina si conferma una delle destinazioni privilegiate per i grandi investimenti diretti esteri (Ide). Nel 2020 la Repubblica popolare cinese è diventata il primo destinatario globale di Ide, per complessivi 163 miliardi di dollari.

In questo articolo di China Daily sono spiegati i motivi per cui l’investimento di ExxonMobil è benvenuto dal governo di Pechino: la necessità di ammodernare il sistema industriale nazionale e di migliorare la qualità dei prodotti di consumo.

Il vice direttore del dipartimento del commercio della provincia del Guangdong, Chen Yuehua, ha spiegato ai media cinesi come è stato possibile attirare una simile mole di investimenti, in piena pandemia: «Dallo scoppio del Coronavirus, abbiamo aiutato oltre cinquanta imprese multinazionali a risolvere le loro difficoltà, in particolare nella logistica, nella manodopera, nelle materie prime, negli strumenti di prevenzione, nella catena di approvvigionamento e così via».

Consigli di lettura della settimana:

China closes the door to coal;

Retailers lose love for Asia: Snarled supply chains force manufacturing exodus to Balkans, LatAm;

China could launch its third aircraft carrier ‘in next 3 to 6 months’;

Why Hong Kong is building apartments the size of parking spaces;

Remembering Li Zehou, Philosopher of the ‘Chinese Enlightenment’.

Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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