Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è contrario a un’ulteriore mobilitazione. L’Ucraina non riuscirebbe a sostenere economicamente il reclutamento di altri soldati. Lo ha detto durante la conferenza di stampa annuale in cui ha potuto rispondere alle domande poste dai giornalisti accreditati provenienti da diverse parti del mondo. Il presidente è convinto che dagli Stati Uniti arriveranno altri finanziamenti. La conferenza si è tenuta dopo quella del presidente russo, Vladimir Putin, nella riunione del consiglio del ministero della Difesa russo in cui ha affermato che la Nato minaccia la Russia – ha ricordato in particolare l’adesione della Finlandia – nonostante la promessa di non «espandersi di un centimetro verso est».

Mobilitazione militare

Alla domanda sulla proposta di un piano per un’ulteriore mobilitazione militare in Ucraina già a novembre, Zelensky non ha dato maggiori informazioni. «Questa è ancora una questione di Stato maggiore, questa è una questione delicata. L’esercito ha proposto di mobilitare altre 450/500mila persone. Questo è un numero significativo», ha detto il presidente. Avrà bisogno di più elementi per prendere questa decisione perché «è una questione di persone, di giustizia, di capacità di difesa e finanziaria». Il prossimo passo è pensare a un piano di «demobilizzazione» tenendo conto del rischio che i soldati stanno affrontando da due anni. 

«Se ci sarà il coinvolgimento di altre 450-500mila persone, chi ha il diritto di riposarsi?», ha detto. Un’ulteriore preoccupazione riguarda il costo. Questa nuova mobilitazione costerà altri 500 miliardi di grivna. «Mi piacerebbe avere un incontro con il primo ministro e il ministro delle Finanze per sapere dove prenderanno questi soldi». 

Zelensky si è detto contrario alla proposta di novembre della deputata Verkhovna Rada Maryana Bezuglayaz che prevede la mobilitazione delle donne e la proposta di ridurre l’età minima per la coscrizione a 25 anni. «Se vedo argomenti che ne sostengono la necessità, allora sarò d’accordo», ha detto. 

Alla domanda riguardo a un possibile cambio della tattica militare, ha risposto che: «La Russia non ha ottenuto un solo risultato quest’anno. Il Cremlino non cambia gli obiettivi dell’operazione speciale, ma non ha raggiunto alcun obiettivo in due anni». Ha ringraziato, invece, l’esercito ucraino per aver condotto una «grande vittoria sul mar Nero» contro la Marina russo nel corso di quest’anno, ricordando che il Cremlino non ha più il dominio sull’area. 

Il rapporto con capo delle forze armate dell’Ucraina, Valerij Zalužnyj, è solo di lavoro. «È il mio rappresentante, come tutti gli altri che ho nominato. Sono orgoglioso di alcuni membri della mia squadra e mi vergogno di altri», ha detto. 

Aiuti dall’Occidente

Per i finanziamenti occidentali si è dichiarato fiducioso e ha dichiarato che stanno lavorando per questo. Zelensky ha assicurato che «gli Usa non tradiranno l’Ucraina». Il presidente ucraino ha ricordato che il processo di adesione sta procedendo anche se «non così rapidamente» come si aspettava. «Unirsi alla Nato è per noi la soluzione migliore», ha detto.

Inoltre, l’Ucraina sta conducendo anche delle trattative con l’Unione europea per ottenere ulteriori aiuti. La Germania è stata citata come il secondo paese in termini di sostegno militare e finanziario all’Ucraina. Il presidente ucraino spera che l’Ucraina «sarà la prossima stella sulla bandiera dell’Unione europea».

Una giornalista della Bbc ha chiesto al presidente la diminuzione degli aiuti può essere l’inizio della decisiva sconfitta. Il presidente Zelensky ha subito risposto «No» chiarendo che gli ucraini hanno dovuto affrontare una situazione molto difficile per le regioni occupate e le infrastrutture bloccate. «Ora abbiamo una situazione diversa. Sono d’accordo che ci siano delle sfide da affrontare: proiettili di artiglieria, sistemi del calibro di 155 millimetri (...). Bisogna lottare e credere, non con le parole, ma con i fatti, per avvicinare la vittoria», ha detto il presidente. 

Sulla questione Ungheria, invece, ha risposto di non aver mai parlato con Viktor Orbán riguardo un cessate il fuoco con la Russia, «forse parla di queste cose con i suoi amici», ha aggiunto. «La sua politica non è molto amichevole nei confronti dell’Ucraina. E lo sa. Ma dopo tutto, siamo paesi vicini, abbiamo sfide simili, soprattutto in tempo di guerra», ha detto. 

Il possibile cambio di presidenza negli Stati Uniti non fa paura a Zelensky. Anche se dovesse vincere Donald Trump, sa bene che «l’America nel suo insieme non cambierà idea. Ma il leader, ovviamente, influenza la società. I primi segnali del prossimo presidente degli Stati Uniti, chiunque egli diventerà, avranno un impatto: tali segnali influenzeranno notevolmente il corso della guerra in Ucraina», ha aggiunto. 

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I negoziati per la pace

Il leader ucraino ha detto di non poter prevedere le tempistiche di questa guerra. «Penso che nessuno conosca la risposta, nemmeno i nostri comandanti o i partner occidentali. Loro non sanno. Questi sono solo pensieri e i pensieri spesso differiscono dalla realtà», ha detto. «Non siamo pronti a lasciar andare il nostro paese, dal primo giorno all’ultimo le cose andranno così», ha aggiunto. Per i negoziati di pace, invece, ha confermato che la riunione della Formula di pace ucraina avrà luogo a Davos, in Svizzera. 

Guerra in Medio Oriente

Secondo il presidente, la guerra nella Striscia di Gaza sta influenzando l’assistenza di quella in Ucraina. «Alcuni paesi hanno iniziato a cambiare idea e a reindirizzare gli aiuti. Questo sicuramente non ha un impatto positivo sulla nostra situazione», ha detto il leader. A chi paragona le due guerre, ha risposto: «L’occupazione dell’Ucraina non è stata preceduta da un attacco terroristico sul territorio russo. Vivevamo nel nostro paese e non attaccavamo nessuno». 

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