«Per me è una gioia aver vinto a Nardò!», così Matteo Salvini commentava ieri durante la trasmissione di Rai uno Porta a Porta la vittoria di Giuseppe Mellone, detto Pippi, sindaco uscente di Nardò che ieri è stato riconfermato con il 74 per cento dei voti nel secondo comune più popoloso del Salento, in una giornata non particolarmente felice per il centrodestra.

Difficile però trasformare gli eventi nella remota Nardò in una lezione nazionale. Vicino a CasaPound, ma capace di definire Nardò «modello di accoglienza», sostenuto dal centrodestra, ma amico personale e alleato politico del presidente della regione Michele Emiliano, vulcanico, irascibile e intrattabile, Pippi Mellone e la sua cittadina sono un caso unico in Italia.

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Chi è Pippi Mellone

Nato nel 1985, Mellone è cresciuto politicamente nella giovanile di Alleanza nazionale per poi fondare un suo personale movimento: Andare Oltre. Dopo essere entrato nel consiglio comunale di Nardò nel 2011, Mellone ha guidato l’opposizione all’allora sindaco di centrosinistra Marcello Risi, portando la sua compagine a una storica vittoria alle comunali del 2016.

I suoi cinque anni di mandato sono stati pieni di polemiche dovute al suo carattere spesso irruento (in una seduta in consiglio comunale ha definito un oppositore «figlio del male assoluto»: il video è divenuto virale a Nardò e dintorni) e ai suoi legami con il movimento neofascista Casapound, che alle elezioni di quest’anno ha formato una lista per sostenerlo riuscendo a far ottenere oltre mille preferenze al leader Pierpaolo Giuri, storico amico di Mellone.

Di carattere non certo diplomatico, Mellone è finito al centro di attacchi incrociati per avere richiesto di chiudere l’Anpi in quanto «pericolo per la democrazia» e per avere detto che il 25 aprile preferisce festeggiare San Marco invece del giorno della liberazione.

La riconferma e le congratulazioni di Emiliano

Le sue idee non hanno però spaventato il presidente della regione Michele Emiliano che, pur appartenendo al centrosinistra, lo ha sempre appoggiato finendo spesso in polemica con i vertici del Pd nazionale e locale. Un’amicizia nata anche dalla particolarità dell’azione politica di Mellone, che pur affidando la distribuzione dei pacchi alimentari nelle periferie della città a CasaPound, ha adottato una politica dell’accoglienza sul fronte migranti emanando, tra l’altro, una legge, poi estesa a livello regionale, che vieta il lavoro nei campi nelle ore più calde.

Mellone suscita polemiche anche nel centrodestra. Alle comunali, ad esempio, Forza Italia presentava un suo candidato. Non stupisce allora che il 4 sera, parlando fuori dal comitato festante, Mellone abbia detto alle telecamere di Telenorba di avere ricevuto la chiamata di congratulazioni da Emiliano e di essersi scusato col presidente della regione per «il fango che ha subìto da persone cattive per la nostra amicizia» e invitando «chi è venuto da Roma a provare a mettere il cappello sulla città a tornare a Roma». Un chiaro riferimento al leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e al vicesegretario del Pd Peppe Provenzano venuti in città per dare manforte al candidato del centrosinistra Falangone.

I festeggiamenti e l’aggressione prima delle elezioni

Dopo aver parlato ai microfoni delle tv locali, il sindaco rieletto si è diretto verso piazza Salandra, il luogo di ritrovo principale del paese, per festeggiare il risultato elettorale. Il corteo ha bloccato il traffico per diversi minuti tra clacson, cori che scandivano «Pippi Pippi» e abbracci. Poi il sindaco, forse resosi conto che i clacson non erano solo manifestazioni di giubilo dei suoi sostenitori, ma anche proteste di automobilisti imbottigliati, ha optato per proseguire la passeggiata vittoriosa sul marciapiede.

Prima del successo di ieri, Mellone non si era certo risparmiato, adottando una strategia comunicativa che ha portato la città in una campagna elettorale permanente lunga quasi un anno e mezzo, con i primi manifesti del sindaco e dei suoi sostenitori comparsi in città ormai un anno fa.

Con il passare dei mesi, il clima in città si è fatto sempre più incandescente. La sera del primo ottobre, i sostenitori di Mellone e l’opposizione di centrosinistra si sono avvicendati sul palco di piazza Salandra in occasione dell’ultimo comizio elettorale. Sul palco Mellone ha apostrofato i suoi avversari come «il male di questa città». Poco dopo le due fazioni si sono incrociate e un sostenitore del sindaco ha sferrato un pugno a un candidato del Movimento cinque stelle, Tiziano De Pirro, che è stato poi ricoverato per accertamenti. Mellone ha poi cercato di sminuire quanto avvenuto dicendo che i motivi alla base dell’aggressione non erano di carattere politico, ma «calcistico».

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