L’ultimo raduno da segretario?

La Pontida nera del leader leghista sotto assedio

  •  I sondaggi preoccupanti, i sospetti sui finanziamenti da Mosca, le fratture interne al partito, la guerra per la leadership a destra con Giorgia Meloni. E ancora: i recenti scandali sui soldi e i candidati scelti nonostante condanne e indagini. Per Matteo Salvini non sarà una Pontida come le altre.
  • Ma questo poco interessa agli operai e ai militanti che da venerdì si muovono lungo il prato di Pontida per allestire il palco, i gazebo e tutto l’armamentario necessario al grande giorno atteso da tre anni. A sovraintendere i lavori troviamo Christian Invernizzi, parlamentare, leghista bergamasco della prima ora, e commissario del partito in provincia. «È impensabile un oceano di gente come nel 2019, quell’edizione è irripetibile con 75mila presenze secondo la questura», dice mentre risponde alle domande di alcuni cronisti sul posto. Quanta gente si aspetta? «20mila sarebbe un successo, la pandemia ha cambiato tutto», aggiunge.
  • Per Salvini questa 34esima edizione potrebbe essere l’ultima da leader. Snodo decisivo certamente saranno le elezion del 25 settembre. I sondaggi danno la Lega in netto calo rispetto ai successi dell’era d’oro 2018-2019. Il problema per molti leghisti lombardi, veneti e piemontesi, è che Salvini ha abbandonato le istanze federaliste, e quindi la difesa delle imprese e industrie del nord, preferendo l’ambizione personale con la creazione di un partito nazionale e sovranista.

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