Il leader della Lega torna in campagna elettorale sui social con migranti e barconi, ma con il suo partito ormai stabilmente dietro Fratelli d’Italia, sembra rassegnato ad accontentarsi di un posto da ministro in un governo che non sarà lui a guidare
Con il presidente della Repubblica che ha sciolto le camere e il governo che ha fissato il voto per il prossimo 25 settembre, il leader della Lega è pronto a ricominciare la campagna elettorale. Oggi pomeriggio è tornato a twittare con un stile che ricorda i mesi del governo giallo-verde, l’epoca della cosiddetta “bestia”, sua “invincibile” macchina social.
Il tema è un classico per Salvini: attacchi alla gestione delle frontiere e all’attuale ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, uniti a una sua fotografia e ad alcune parole chiave motivanti: «sicurezza» e «coraggio».
Ma un altro dettaglio del tweet non sfugge agli osservatori politici più accorti. Letteralmente al primo giorno di campagna elettorale, Salvini già si autocandida al ruolo di ministro dell’Interno. Un gesto che sarebbe ambizioso, se non persino arrogante, se fatto da un altro leader politico.
Ma nel tweet di Salvini, questa autocandidatura ha tutto un altro sapore. Segnala che con i sondaggi che ormai danno la Lega in costante caduta e nettamente dietro gli alleati di Fratelli d’Italia, Salvini sembra aver rinunciato alla speranza di guidare la coalizione e quindi di avere il diritto, in caso di vittoria, di esprimere il capo del governo.
Il nuovo Salvini, ridimensionato dalla perdita di metà dei consensi toccati al picco delle Europee 2019, e ammaccato da un anno di governo di coalizione, ambisce a un posto, importante certo, ma subordinato, nel prossimo governo che, se tutto andrà come spera, sarà guidato dalla sua alleata/rivale Giorgia Meloni.
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