Nel 79esimo giorno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, i ministri della Difesa di Stati Uniti e Russia hanno tenuto il loro primo colloquio telefonico dall’inizio del conflitto. La telefonata è avvenuta su iniziativa degli americani che da settimane cercavano senza successo di stabilire una linea di comunicazione ad alti livelli con le controparti russe, anche per evitare il rischio di incidenti ed escalation.

La telefonata

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha comunicato di aver parlato con il suo omologo russo Sergei Shoigu nella sera di venerdì. Secondo il portavoce del Pentagono, John Kirby, Austin avrebbe ribadito a Shoigu la necessità di raggiungere un immediato cessate il fuoco in Ucraina e l’importanza di mantenere aperte le comunicazioni tra Stati Uniti e Russia per evitare incidenti.

I russi hanno confermato la telefonata con un comunicato ancora più stringato. La comunicazione è avvenuta «su iniziativa americana» e nel corso della telefonata «sono state discusse questioni di attualità della sicurezza internazionale, inclusa la situazione in Ucraina», ha fatto sapere il ministero.

La telefonata è la prima tra i due dallo scorso 18 febbraio, una settimana prima dell’inizio dell’invasione. In questi 85 giorni, il dipartimento della Difesa americano sostiene di aver più volte tentato di comunicare con la sua controparte russa, fino a ieri senza successo. Un funzionario della Difesa ha detto che la conversazione tra i due è durata circa un’ora e che non ha risolto alcuna «questione pressante» né sembra aver modificato l’atteggiamento russo.

Spiragli diplomatici?

Mentre sul campo prosegue lo stallo militare, nonostante le pesanti perdite di entrambi i contendenti, ieri la diplomazia è sembrata riattivarsi.

Oltre alla telefonata tra Shoigu e Austin, c’è stata quella tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin, la terza dall’inizio del conflitto.

Scholz ha detto di aver sottolineato tre punti: la necessità di un cessate il fuoco, l’inconsistenza delle accuse russe all’Ucraina di essere governata da “nazisti” e infine le responsabilità russe per l’imminente crisi alimentare globale, causata dal blocco delle esportazioni agricole dall’Ucraina.

Dal canto suo, Putin ha ribadito che l’ostacolo principale alle trattative è la posizione del governo di Kiev, che avrebbe bloccato ulteriori negoziati adottando posizioni «irragionevoli».

Crisi alimentare

Di esportazioni di cibo dall’Ucraina si è parlato anche al G7 di Stuttgart, in Germania, dove si sono riuniti i ministri dell’Agricoltura dei paesi membri dell’organizzazione. Il problema principale al momento sono le forniture di cibo ai paesi in via di sviluppo, pesantemente danneggiate dal conflitto.

Milioni di tonnellate di cereali sono al momento bloccate in Ucraina a causa del blocco navale russo, mentre i danni dovuti alla mancata semina e al mancato raccolto devono ancora essere quantificati. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha definito il comportamento tedesco parte della «guerra ibrida» condotta da Putin nel paese.

 

© Riproduzione riservata