- Martedì la Russia parlava di progressi significativi nei negoziati e prometteva di risparmiare Kiev. Oggi dice che i negoziati non hanno prodotto risultati e bombarda la capitale. Poi in serata la linea cambia di nuovo.
- Meno ambiguo il rapporto con la Cina: la visita del ministro degli Esteri è stata un successo e Pechino parla di portare le relazioni tra i due paesi «in una nuova epoca» e «ad un nuovo livello».
- Intanto Zelensky parla al parlamento norvegese e chiede nuove armi: missili antiaerei e antinave. Il presidente ucraino vuole anche il blocco dei porti alle navi russe.
Il governo russo continua a mandare messaggi contraddittori sullo stato delle trattative di pace con l’Ucraina. I suoi funzionari e ministri parlano di progressi, poi li rinnegano e poi tornano a parlare di dissidi «ormai risolti». In questo clima di ambiguità, l’ottimismo per i risultati ottenuti durante i colloqui di pace in Turchia non è durato neanche una giornata. Dopo che la Russia aveva promesso di «ridurre drasticamente» le attività militari a Kiev e Cherhihiv, ieri le sirene sono tor



