Le mappe sono fondamentali nei conflitti. Politici e generali le utilizzano per decidere tattica e strategia. Per il pubblico sono spesso l’unico modo di farsi un’idea con un rapido colpo d’occhio dell’andamento delle operazioni. Per questa ragione, a Domani abbiamo deciso di cambiare il modo in cui vi mostriamo la guerra in Ucraina: non più una semplice mappa con le aree “occupate” dalla Russia, ma una rappresentazione più elaborata in grado di mostrare maggiormente la complessità delle operazioni militari. Si tratta di una scelta fatta da molte altre testate giornalistiche internazionali, centri studi e singoli appassionati di dati e visualizzazioni.

Nelle mappe che trovate in questa pagina, potete seguire l’evoluzione delle nostre scelte. Scelte che sono cambiate ed evolute a seconda delle informazioni e dei dati che potevamo recuperare di volta in volta. Con il passare dei giorni, ci siamo resi conto che una semplice rappresentazione a blocchi delle aree occupate dalla Russia stava diventando scorretta. Usare ampie aree colorate per raccontare l’avanzata russa rischia di dare un’idea sbagliata del conflitto. I racconti e i dati che arrivano dal campo, infatti, ci dicono che l’avanzata militare è molto più incerta e precaria di quanto raccontino i blocchi di colore.

Così è nato un nuovo approccio al mappare il conflitto ucraino basato su una serie di soluzioni grafiche alternative per mostrare l’incertezza e precarietà delle posizioni sul campo. A Domani abbiamo deciso di utilizzare un colore compatto per evidenziare le zone in cui i russi si trovano da più tempo e sulle quali ormai il loro controllo sembra essersi stabilito. A queste uniamo delle linee tratteggiate che rappresentano gli assi di avanzata delle truppe.

Si tratta di un modo forse più articolato e meno immediato di seguire l’andamento dell’invasione, ma ci sembra un buon compromesso per restituire un’immagine più vera della complessità che si nasconde dietro questo e ogni altro conflitto. Una mappa troppo dettagliata, infatti, sarebbe inutile: il suo valore dipende da quanto bene la sua generalizzazione riflette la realtà del suo contesto. 

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