- Il rischio di frantumare il paese in repubblichette semi-indipendenti è reale. L’autonomia differenziata si basa su un patto privatistico tra governo e regioni. E riduce il parlamento a mero organo di ratifica.
- Le soluzioni proposte finora per arginare questi rischi non sono sufficienti. Il motivo sta nel fatto che è l’impianto del titolo V della Costituzione approvato nel 2001 che deve essere corretto.
- Per questo serve una riscrittura mirata degli articoli 116.3 e 117 della Costituzione che, senza cancellare l’autonomia, ne elimina i profili di pericolosità. Dall’inizio di settembre raccoglieremo le firme per una legge costituzionale di iniziativa popolare che salvi il paese.
Riaffiora nei programmi elettorali l’autonomia differenziata. Un ampio dibattito ha ormai evidenziato il rischio di un aumento esponenziale delle diseguaglianze e dei divari sociali e territoriali, e di una frantumazione sostanziale del paese (su queste pagine, Pisauro e Merloni). A tale rischio sono state fin qui date sostanzialmente due risposte: una legge-quadro e i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Risposte deboli. L’autonomia differenziata viene concessa, su iniziativa della re



