- È attesa per il 3 maggio la sentenza di primo grado del processo in cui il presidente di Baobab Experience, Andrea Costa, è accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina per un fatto risalente all’ottobre 2016.
- Costa rischia una pena dai 6 ai 18 anni di reclusione, perché nel nostro ordinamento «non è stata introdotta alcuna differenza tra trafficanti di esseri umani e solidali”, scrive l’associazione.
- È proprio a partire dal 2016 che la politica ha iniziato ad additare le ong – attive nell’accoglienza, nelle operazioni di ricerca e soccorso - come “taxi del mare” e a equiparare le loro azioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale all’attività dei trafficanti.
Eroi per la solidarietà di oggi, imputati per quella di ieri. «Nel momento in cui giungiamo in Italia con persone evacuate dall’Ucraina, attraversando cinque frontiere», di cui due extraeuropee, scrive l’associazione di Roma Baobab Experience, «siamo chiamati, dalla politica e dall’opinione pubblica, “eroi”, ma siamo seduti sul banco degli imputati per aver aiutato persone di origine sudanese e ciadiana – con il pieno diritto di muoversi sul territorio italiano – a raggiungere il campo della Cr



