Sia la presente istruttoria sia quelle quasi parallele condotte dal G.I. di Milano, dr. Lombardi, sulla strage dinanzi alla Questura di Milano ed al G.I. di Bologna sulla strage del 2.8.1980 sono state caratterizzate, soprattutto dopo il caso Gladio, dalla possibilità di acquisire presso gli archivi del Sismi di Forte Braschi numerosi documenti soprattutto risalenti al periodo del vecchio Sid
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci dell’ordinanza del 18 marzo 1995, “Azzi+25” di Guido Salvini, il giudice che a Milano provò, a più di vent’anni di distanza dai fatti avvenuti, a far condannare responsabili e complici di una stagione di sangue
Sia la presente istruttoria sia quelle quasi parallele condotte dal G.I. di Milano, dr. Lombardi, sulla strage dinanzi alla Questura di Milano ed al G.I. di Bologna sulla strage del 2.8.1980 sono state caratterizzate, soprattutto dopo il caso Gladio, dalla possibilità di acquisire presso gli archivi del Sismi di Forte Braschi numerosi documenti soprattutto risalenti al periodo del vecchio Sid.
In una prima fase i documenti sono stati acquisiti a seguito dell’accesso diretto con ordine di esibizione presso l’Archivio del SISMI. In un secondo momento, una volta verificata positivamente l’affidabilità e la correttezza dei funzionari addetti alla custodia dell’archivio, l’acquisizione è stata effettuata tramite ordini di esibizione notificati da personale del Reparto Eversione del R.O.S. Carabinieri di Roma.
E’ doveroso dare atto che i Direttori del Servizio che si sono succeduti negli ultimi anni - l’Ammiraglio Fulvio Martini, il Generale Luigi Ramponi, il Generale Cesare Pucci e il Generale Sergio Siracusa - hanno sempre prestato la massima collaborazione. I fascicoli e i documenti, pur richiesti in gran numero, sono stati messi a disposizione di questo Ufficio con la massima celerità e sono sempre state fornite le indicazioni utili per risalire da un singolo documento, tramite il richiamo di protocollo, al fascicolo originale che lo conteneva e che è stato subito offerto in visione. Alcune volte sono state poi suggerite a questo Ufficio utili indicazioni aggiuntive concernenti la presenza in fascicoli non ancora richiesti di notizie connesse a quelle che erano oggetto delle richieste iniziali.
Al Direttore del Servizio e al personale che ha materialmente prestato la sua opera nella ricerca dei fascicoli, deve quindi essere rivolto un formale ringraziamento.
Certamente nel corso delle precedenti gestioni del Servizio si sono verificate manomissioni di fascicoli (si veda in particolare la testimonianza del colonnello Santoni inerente la vicenda del fascicolo di Licio Gelli, scomparso e manomesso durante la gestione Maletti) e si sono verificati mancati inserimenti di documenti contenenti notizie importanti.
Giustamente il pm di Bologna, nella sua requisitoria relativa all’istruttoria bis sulla strage del 2.8.1980, ha sottolineato che i fascicoli relativi alla struttura Gladio sono stati manomessi e depauperati e tenuti volutamente presso l’archivio della VII Divisione in uno stato di disordine tale da consentire la distruzione o la non leggibilità di numerosi atti (vedi pagg. 161-169 della requisitoria). Tuttavia tale comportamento non può essere imputato alla gestione dei Direttori del Servizio poc’anzi citati, bensì alle gestioni precedenti.
I documenti acquisiti in copia e talvolta in originale riguardano sia “soggetti” (cioè militanti di estrema destra) sia “fatti” (cioè singoli episodi criminosi). Sovente tali fascicoli non contenevano nulla di significativo e cioè si limitavano a una raccolta di ritagli di giornale o di rapporti di p.g. già noti agli inquirenti, ma alcune volte sono stati rinvenuti in tali fascicoli punti di interesse, sopratutto foglietti manoscritti su carta intestata del Servizio contenenti singolari osservazioni del Capo del Reparto D, generale Maletti, o di altri ufficiali.
E’ stato così possibile rinvenire, nel fascicolo relativo all’attentato alla Scuola Slovena di Trieste, un appunto del generale Maletti relativo a un sinora sconosciuto tentativo di depistaggio.
Infatti con tale appunto il generale Maletti dava precise disposizioni affinché, tramite informazioni sicuramente false all’Autorità di p.g., l’attentato fosse attribuito a gruppi di estrema sinistra, mentre era inequivocabile la paternità neofascista dell’attentato come risulta anche dalle dichiarazioni rese da Vincenzo Vinciguerra a questo Ufficio (cfr. int. Vinciguerra, 13.1.1992).
Inoltre in numerosi fascicoli sono stati rinvenuti rapporti informativi elaborati da personale del Servizio (i cosiddetti manipolatori) grazie alle notizie fornite dalle fonti fiduciarie operanti negli anni ’70 all’interno dell’estrema destra. Esistevano cioè stabili informatori del Sid reclutati in gruppi come Ordine Nuovo e dotati di un nome in codice.
Sono stati allora messi a disposizione dell’Ufficio i fascicoli integrali relativi a tali informatori contenenti tutti i rapporti elaborati grazie ai contatti con loro ed è stato così possibile acquisire una mole notevole di notizie e anche quasi sempre, direttamente o indirettamente, individuare l’identità dell’informatore e il gruppo di estrema destra in cui militava.
Alcune volte l’ex informatore del Servizio, una volta identificato, è stato anche sentito come testimone. Sono state così fissate in atti processualmente utilizzabili numerose circostanze di notevole interesse.
Ad esempio, sempre in relazione alle "fonti del Servizio":
- dal fascicolo relativo alla fonte Meto (un esponente di estrema sinistra di un certo livello operante a Milano negli anni ’60/’70) è stato possibile accertare che già negli anni 1966/1968 e cioè prima della strage di Piazza Fontana, Robert Leroy, braccio destro di Guerin Serac nell’Aginter press, si era infiltrato a Torino e dintorni in gruppi filocinesi facendo opera di provocazione e preparando il terreno per far ricadere su tali gruppi la responsabilità di attentati e di altre azioni violente.
Un’azione “coperta”, parallela quindi a quella svolta da Ventura nei gruppi filocinesi di Padova e da Merlino nell’ambiente anarchico di Roma, e certamente non scollegata alla specifica missione di tali ultimi soggetti e cioè far ricadere la responsabilità degli attentati che sarebbero avvenuti, e soprattutto di quelli del 12 dicembre 1969, sulla sinistra;
- dal fascicolo relativo alla fonte Tritone (uno studente di Padova legato a Ordine Nuovo) è stato possibile accertare che subito dopo la strage di Brescia il dr. Carlo Maria Maggi, reggente di Ordine Nuovo per il Triveneto, aveva indetto riunioni a Brescia e a Venezia spiegando ai militanti che la strage di Piazza della Loggia doveva essere solo il momento iniziale di un’escalation che avrebbe visto di lì a poco nuovi e più gravi episodi. L’intera vicenda è stata ampiamente trattata dal G.I., dr. Giampaolo Zorzi, nell’istruttoria bis relativa alla strage di Piazza della Loggia;
- è stato acquisito il fascicolo relativo alla fonte Turco, identificata in Gianni Casalini. E’ stato così possibile accertare, grazie alla lettura dei rapporti informativi elaborati sulla base delle notizie da lui fornite, che Casalini era uno stabile informatore del Sid di Padova negli anni ’70. Casalini faceva parte del gruppo di Franco Freda e si è potuto così chiaramente comprendere perchè il generale Maletti, nell’appunto manoscritto poi sequestrato nella sua abitazione, raccomandasse con urgenza che la fonte fosse “chiusa” e disattivata. In caso contrario, infatti, Casalini avrebbe potuto fornire altre notizie sulla responsabilità del gruppo di Padova negli attentati e sulle coperture di cui godeva, notizie queste la cui acquisizione non poteva certo far piacere al generale Maletti che già si era adoperato per organizzare l’espatrio di Guido Giannettini e di Marco Pozzan.
Certamente, ed era del resto prevedibile, in nessun fascicolo acquisito presso il Sismi vi sono scritti a chiare lettere i nomi e le singole responsabilità di ha commesso le stragi che hanno insanguinato l’Italia dal 1969 al 1980. Tuttavia, grazie all’acquisizione di tali fascicoli, sono state acquisite notizie che si saldano perfettamente con le dichiarazioni dei testimoni e degli imputati e che spiegano rapporti e collegamenti che in passato erano stati appena adombrati.
Al fine di rendere facilmente e visibilmente percepibile il contenuto di alcuni documenti acquisiti, è apparso utile allegare copia di alcuni di essi a questa ordinanza.
In particolare sono allegati in copia alcuni appunti manoscritti del generale Maletti e del colonnello Viezzer e il famoso appunto del Sid stilato subito dopo gli attentati del 12 dicembre 1969 e concernente la responsabilità in tali fatti di Guerin Serac e Stefano Delle Chiaie.
È stato anche allegato per chiarezza di lettura parte del memoriale “L’albero caduto”, scritto da Vincenzo Vinciguerra e prodotto a questo Ufficio nel corso dell’interrogatorio in data 9.3.1992.
Vi è ancora da aggiungere che nel corso dei numerosissimi atti istruttori sono state acquisite dagli imputati o dai testimoni altre notizie sulle attività eversive di estrema destra che non si inseriscono in alcuno dei filoni ora citati e non hanno dato luogo a specifiche imputazioni. Poiché tale patrimonio di notizie non merita di essere disperso o di rimanere celato nelle pieghe degli atti, esse saranno raccolte in un capitolo conclusivo che costituisce quasi una miscellanea di episodi e circostanze degli anni della strategia della tensione.
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