Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del decreto di archiviazione dell’inchiesta “Sistemi criminali”, della Procura della Repubblica di Palermo, del 21 marzo 2001.


Le indagini a riscontro delle dichiarazioni di Messina Sulla base delle dichiarazioni di Leonardo Messina, in data 22 luglio 1996, è stata delegata alla Dia attività investigativa di riscontro, nell’ambito del quale sono stati acquisiti significativi elementi di conferma.

Ad esempio, sul conto di Liborio Micciché, principale fonte di Messina, è risultato accertato il suo elevato “spessore”, non solo in quanto consigliere provinciale e capo della famiglia mafiosa di Pietraperzia, ma anche come figlioccio di cresima e di affiliazione del noto Madonia Giuseppe detto “Piddu”, ed inoltre come ex consigliere e assessore ai lavori pubblici al Comune di Pietraperzia, legato all’avv. Raffaele Bevilacqua, politico andreottiano di spicco della provincia di Enna, anch’egli imputato di associazione mafiosa.

A parte le risultanze sui singoli appartenenti a Cosa Nostra chiamati in causa da Messina, per le cui schede si rinvia alla lettura delle relative informative della Dia, appaiono particolarmente significativi i riscontri acquisiti sul conto di Augello Remigio, indicato da Messina come colui al quale egli si era rivolto per predisporre e collocare, nella zona delle riunioni di Enna, un’apparecchiatura radio che servisse per intercettare le radio della polizia, al fine di garantire la “sicurezza” del vertice mafioso.

Dalla nota della Dia n. 3313 del 25.11.1996, alla cui lettura si rinvia per alcuni specifici riscontri obiettivi relativi a vicende personali dell’Augello3, risulta che l’Augello è in effetti un “appassionato cultore dell’elettronica ed acceso radioamatore”, e che egli, in data 19.3.1990, è stato sorpreso dai CC. di S. Cataldo con il suo apparato radio sintonizzato sulla frequenza della centrale operativa del Comando Provinciale CC. di Caltanissetta. Egli risulta inoltre essere stato effettivamente assuntore di sostanze stupefacenti.

Ma la più significativa conferma deriva senz’altro dalle dichiarazioni rese alla Polizia Giudiziaria dallo stesso Augello, il quale nel 1993 ha ammesso di essersi recato, su ordine di Leonardo Messina, in una casa nei pressi di Aidone (un paesino in provincia di Enna) per installarvi apparecchiature idonee a ricevere le comunicazioni delle forze di polizia e che, nell’occasione, aveva avuto modo di vedere diverse persone, alcune delle quali latitanti, fra cui riteneva di avere riconosciuto Salvatore Riina.

Probatoriamente ancor più significativa è la circostanza che l’Augello ha condotto la P.G. nel luogo della riunione (dove confermava di essere stato accompagnato da Potente Mario), che veniva pertanto individuato all’interno dell’azienda agricola di Castoro Luigi, ex vice-sindaco socialista di Valguarnera, “compare” di Miccichè Liborio e indicato dallo stesso Leonardo Messina e da altri collaboranti come “uomo d’onore”.

Ed ulteriore importante conferma deriva anche dalle dichiarazioni di Conti Mammanica Sebastiano (genero del Castoro Luigi), il quale ha ammesso che il suocero dava a volte ospitalità, presso la sua tenuta, a dei “cacciatori”, tra i quali indicava proprio Miccichè Liborio.

Puntuali si sono rivelati anche i riscontri obiettivi acquisiti a seguito degli accertamenti disposti sui luoghi e sugli eventi indicati da Messina (si veda, ad esempio, la riscontrata presenza alberghiera del trafficante napoletano Michele Sessa nel 1991 presso l’hotel Elios di San Cataldo). E’ inoltre risultato che l’on. Bossi si è recato effettivamente per una manifesta zione politica a Catania proprio nel periodo indicato da Messina, e cioè il 13 giugno 1991 (Messina aveva dichiarato di averne parlato con Liborio Micciché nel settembre-ottobre 1991)

Si riporta la nota Ansa che diede notizia della manifestazione elettorale: - Catania, 13 GIU - Il sen. Umberto Bossi, presidente della lega Nord, a Catania per una manifestazione elettorale organizzata dalla lega sud Sicilia, e' stato contestato da un gruppo di appartenenti al Fronte della Gioventù, guidato dal segretario nazionale Gianni Alemanno, entrato nella saletta dove il leader delle leghe avrebbe dovuto parlare. Fuori dall'albergo altri appartenenti al Msi-Dn hanno cominciato a scandire slogan definendo Bossi ''razzista'' e hanno distribuito volantini. Bossi, commentando la protesta con i giornalisti, ha detto: ''Era prevedibile da un partito come il Msi che, d' altra parte, ha chiuso il suo ciclo. Ma se la lega passa per un movimento razzista è perché i partiti, che secondo me sono i veri fautori del separatismo, hanno interesse a lanciarci queste accuse per tenere ancora separati il sud sottosviluppato, a cui si applicano logiche al massimo clientelari e assistenziali, e il nord dove trovano ancora qualcuno che li vota''. ''La manifestazione - ha detto da parte sua Alemanno - è stata pacifica, e si è conclusa senza incidenti quando Bossi e i suoi si sono decisi ad abbandonare l' albergo. Ma era una provocazione inaccettabile che Bossi venisse in Sicilia per prepararsi a raccogliere qualche resto elettorale per le nazionali dopo che sul pregiudizio antimeridionale ha costruito le sue prime fortune''

© Riproduzione riservata