Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


L’approfondimento delle indagini in ordine all’incontro, avvenuto la sera del 15 marzo 1980, nel ristorante Vecchia Cascina 400, tra i due Adamita (Emanuele ed Antonio) e coloro che dovevano effettuare il trasporto dell’eroina dalla Sicilia, ha consentito: di acquisire ulteriori prove sulla responsabilità degli Adamita e dei Gambino; di chiarire ancor meglio il complesso meccanismo che avrebbe dovuto permettere l’ingresso negli Stati Uniti di oltre 40 chilogrammi di eroina; di individuare altri componenti dell’organizzazione dedita a tale illecita attività; di aprire uno squarcio fra le maglie dell’organizzazione stessa, che ne ha posto in risalto le vaste dimensioni.
Da accertamenti eseguiti dalla Squadra Mobile di Milano presso il ristorante Vecchio Quattrocento
era emerso che, la sera del 15 marzo 1980, vi avevano cenato soltanto due gruppi di persone e che, per uno di tali gruppi, composto di tredici persone apparentemente di origine meridionale, la prenotazione era stata effettuata da tale Costanzo, con telefono 6459504.

Tale numero corrisponde all’utenza telefonica di Ricciardello Gaetano, originario di Naso (Messina), coniugato con Costanza Agata, nativa di Bagheria.

Il cameriere del ristorante, Giandolimi Gianluigi, ha riferito (...) che il gruppo, dopo avere consumato gli antipasti e il primo piatto, improvvisamente era andato via e che una donna, che avrebbe voluto prendere un caffè, era stata trattata in malo modo da uno degli uomini, che sollecitava tutti ad andar via.

Veniva autorizzato l’ascolto telefonico della utenza intestata a Ricciardello Gaetano e, per i primi giorni, non emergeva nulla di significativo, se non saltuari contatti telefonici tra Costanza Agata e la madre, Enea Rosa, in Costanza. Non appena, però, i coniugi Ricciardello-Costanza ricevevano l’invito a recarsi in Questura, si registravano telefonate di tono ansioso, in cui, fra l’altro, i coniugi ricollegavano tale invito con la cena al ristorante Vecchio Quattrocento e decidevano di dire tutta la verità, non avendo nulla da temere.

Costanza Agata, sentita dalla Squadra Mobile di Milano, (...), riferiva che, la mattina del 15 marzo 1980, la madre l’aveva avvertita che stava per giungere da Bagheria il nipote, Filippo Ragusa.

Poco dopo, verso le ore 9,30, la sorella Caterina (abitante con la madre) le aveva telefonato per dirle che il cugino era già arrivato.

Essa, recatasi in casa della madre, aveva visto il Ragusa, in compagnia di un suo compare, detto “Filippo o Fifetto”, (anch’egli dimorante come il Ragusa in Usa), di una ragazza bruna di circa vent’anni probabilmente abitante a Palermo, e di una coppia di coniugi, piuttosto giovani.

Essa aveva ospitato a pranzo, a casa sua, la comitiva e, alla fine del pranzo, aveva invitato il cugino e gli amici anche per la cena, aveva insistito per averli a cena con sé, ma il Ragusa [...] doveva incontrarsi con due persone; ed anzi le aveva chiesto l’indirizzo di un buon ristorante.

Su suggerimento della sorella Caterina, si sceglieva il ristorante Vecchio Quattrocento e, quindi, il Ragusa effettuava alcune telefonate. Dopo il pranzo, il cugino e gli amici andavano all’ippodromo e ne facevano ritorno verso le 18/19, quindi, venivano accompagnati all’hotel New York, dove prendevano alloggio. La sera, verso le ventuno, andavano al Ristorante Vecchio Quattrocento. Insieme col cugino e con i suoi amici, andavano essa ed il marito, Ricciardello Gaetano, la sorella Caterina ed il fratello Francesco, con la moglie, Bologna Nunzia.

Al ristorante li attendevano due uomini, il più alto dei quali si presentava come “Fontanesi”. Durante la cena, suo cugino, “Fontanesi” ed il Palermitano amico del cugino, si alzavano da tavola e parlavano, in disparte, per un po’.

Precisava, infine, di avere rivisto il cugino il Martedì 18 marzo, quando quest’ultimo l’aveva salutata, essendo in partenza da Milano. Costanza Caterina confermava (...) le dichiarazioni della sorella e precisava che l’arrivo di Filippo Ragusa era stato preannunciato, la sera del 14 marzo 1980, da Enea Grazia, con una telefonata da Bagheria alla sorella Rosa.

Soggiungeva che le quattro persone, con cui il Filippo Ragusa si accompagnava, erano: il compare “Fifetto” una ragazza a nome “Esmeralda” una coppia di coniugi a nome “Masino” e “Carmela”. Costanza Caterina riconosceva nelle foto segnaletiche raffiguranti Emanuele ed Antonio Adamita i due signori che essa aveva visto al ristorante Vecchio Quattrocento e precisava, anch’essa, che il più alto dei due si era presentato come “Fontanesi”.

Gli accertamenti svolti dalla Squadra Mobile di Milano presso l’hotel New York di Milano consentivano di stabilire che, dal 15 al 20 marzo 1980, vi avevano alloggiato: Ragusa Filippo (n. 45 dell’elenco imputati); Ferrara Esmeralda (n. 68); Ricupa Filippo (n. 46); Inzerillo Tommaso di Pietro (n. 21); Correra Carmela; e che i primi due avevano preso alloggio nella stanza n. 70, il terzo in quella n. 71 e gli ultimi due in quella n. 74 (...).

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