Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l’operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì


È stato acquisito agli atti del Comitato, dagli archivi del Sismi, il verbale delle riunioni svoltesi, nei giorni 26, 27 e 28 ottobre 1958, tra una delegazione di rappresentanti del Servizio italiano e un ristretto gruppo di rappresentanti del Servizio americano. Scopo delle riunioni era stato quello di fare un esame generale della «operazione Gladio» a due anni dall'accordo del novembre 1956. Alcuni paragrafi di quel verbale sono dedicati alla formazione «Stella Alpina» ed al suo «inserimento» nella «operazione Gladio».

A questo riguardo, il rappresentante del Servizio italiano incaricato di trattare l'argomento chiarisce preliminarmente che «le operazioni di attivazione della "Stella Alpina", iniziate al principio dell'anno 1958, sono in corso di armonico sviluppo e l'organizzazione si avvia ad assumere le caratteristiche rispondenti alle sue finalità».

Il territorio d'interesse della formazione era «compreso tra il Piave e il confine jugoslavo». Dal verbale risulta altresì che era «in atto la ricerca di uno o più elementi destinati a costituire il nucleo occulto della branca guerriglia dell'organizzazione "Gladio" territorialmente competente per la direzione locale della organizzazione "Stella Alpina" in caso di emergenza e per mantenere il collegamento con la base operativa».

Il precitato «inserimento» della «Stella Alpina» nella organizzazione «Gladio» consisteva, quindi, nella preposizione di pochi elementi della rete Stay-behind, allora in via di costituzione, alla direzione della preesistente formazione di guerriglia. Alla luce di questa priorità cronologica e dello specifico ambito territoriale assegnato alla «Stella Alpina», risulta chiara l'affermazione del rappresentante del Servizio italiano secondo cui «soltanto per particolari condizioni etnico-geografiche l'organizzazione della guerriglia nella zona in questione ha raggiunto, in tempo di pace, un livello che nelle altre zone potrà essere raggiunto sol tanto in caso di emergenza».

I compiti della «Stella Alpina» sono poi definiti in termini del tutto simili a quelli della prima stesura di un successivo appunto di cui si dirà più specificamente in seguito: «in tempo di pace: controllo e neutralizzazione delle attività comuniste; in caso di conflitto che minacci la frontiera o di insurrezione interna: antiguerriglia, antisabotaggio nei confronti di quinte colonne comuniste agenti a favore delle forze militari attaccanti o delle forze insurrezionali; in caso di invasione del territorio: lotta partigiana e servizio informazioni».

Nel verbale si osserva che la complessità e la molteplicità dei compiti inducono a pensare che, qualora tutta l'organizzazione venisse impegnata nell'assolvimento contemporaneo e costante di essi, ben difficilmente l'unità potrebbe giungere alla terza fase in condizioni di poter ancora tendere all'insurrezione e alla liberazione del territorio a fianco delle forze amiche.

La conclusione è che «si dovrà pertanto prevedere un impiego graduale e limitato specie nelle prime due fasi a una aliquota soltanto degli uomini disponibili».

Negli archivi del SISMI è stata rinvenuta la duplice stesura di un appunto della sezione Sad avente ad oggetto «Programmi di intensificazione dell'attività addestrativo-operativa della sezione Sad e del Cag».

Nella prima stesura, predisposta per il Capo dell'Ufficio «R» del Sid e datata 30 ottobre 1963, si afferma che i concetti sui quali si era impostata a suo tempo l'attività addestrativo-operativa erano volti a costituire, in tempo di pace, le premesse della «resistenza» nei territori suscettibili di essere sottratti al controllo del l'autorità nazionale a seguito di occupazione militare esterna o di sovvertimenti interni. Tale «resistenza» doveva pertanto agire in caso di emergenza.

Ciò premesso, nell'appunto si afferma che «qualcosa era andato tuttavia mutando in fase di realizzazione»; ad esempio, eccezione ai principi organizzativi era stata fatta, in relazione alla particolare situazione di frontiera, per l'organizzazione «Stella Alpina» e poi, per analogia, per le altre unità di pronto impiego (Upi): «Stella marina», «Azalea», «Ginestra» e «Rododendro».

L'appunto chiarisce quindi — sulla falsariga dell'esposizione dei compiti della «Stella Alpina» più sopra riportata — che alle predette unità erano stati «affidati di fatto», già in tempo di pace, «compiti che, sia pure con gradualità di intervento nel tempo e nel numero», le impegnavano nel controllo e nella neutralizzazione delle attività eversive o sovversive.

D'altro canto, «in caso di conflitto che minacci la frontiera o in caso di sovvertimento interno», i loro compiti erano di svolgere azioni «antiguerrìglia ed antisabotaggio nei confronti di quinte colonne agenti a favore delle forze di invasione o di sovvertimento»; in caso di invasione del territorio sarebbe spettato loro di condurre «la lotta partigiana ed il servizio informazioni». Secondo quanto si legge nel documento in esame, le restanti organizzazioni (40 nuclei) «hanno invece mantenuto e mantengono tuttora la fisionomia embrionale di origine, quali "missioni" precostituite in tempo di pace, per l'eventualità di emergenza, in funzione suscitatrice di attività clandestina di resistenza» nei territori occu pati dal nemico.

Tali unità erano «pertanto destinate a non operare in tempo di pace, se non in funzione organizzativa». Il Servizio americano, prosegue l'appunto, ha manifestato il desiderio di veder intensificata ed integrata l'attività della sezione Sad e del Cag, che dovrebbe basarsi su:

a) attuazione di programmi del tipo counter-insurgency; tale formula, propugnata dal presidente Kennedy, si ispira al principio dell'intervento preventivo, per un appoggio ideologico, psicologico e sanitario, più che militare, ai Paesi in cui fosse in atto o «potrebbe delinearsi» il conflitto tra l'ideologia democratica e quella comuni sta. I corsi tenuti in proposito presso la scuola di Fort Bragg (Nord Carolina) potrebbero esser presi in considerazione;

b) disponibilità della base italiana (Cag) per attività addestrativa extra «operazione Gladio»; la veste militare palese assunta dalla «Base comune» per la «operazione Gladio» fa ritenere certa la conoscenza del CAG da parte del Servizio Informazioni sovietico. Pertanto, appare conveniente intensificarne l'utilizzazione (con le dovute cautele) senza recare ulteriore pregiudizio per la sicurezza. Il Servizio americano dà il proprio benestare ad una oculata utilizzazione della Base «per esigenze non concernenti l'operazione "Gladio"»;

c) utilizzazione del Cag per addestramento di elementi italiani e stranieri; il Servizio americano raccomanda l'effettuazione di corsi di tipo counter-insurgency per elementi italiani e stranieri, con parti colare riguardo ai Paesi sottosviluppati del Continente africano;

d) utilizzazione di istruttori italiani per addestramenti fuori sede;

e) formazione di un gruppo di istruttori altamente qualificati per ulteriore valorizzazione dei programmi «counter-insurgency»; il Servizio americano invita quello italiano ad inviare negli USA uno o due elementi per un periodo di addestramento (un anno), in cooperazione con un gruppo di nazionalità mista, già attivo presso la Centrale del Servizio americano;

f) attivazione di elementi «Gladio», sul territorio italiano, in funzione propagandistica, di contro-propaganda e di disturbo: in tal caso, il Servizio americano proporrebbe di contribuire con materiale didattico e divulgativo e forse anche dal punto di vista finanziario.

Si tratta, in sostanza, «di quanto programmaticamente già previsto ... per le unità di pronto impiego ed in particolare per la "Stella Alpina"». A fronte di tali richieste, nell'appunto vengono formulate le seguenti proposte:

1) assegnare al Cag giovani ufficiali qualificati e da qualificare ulteriormente;

2) formare presso il Cag un nucleo sperimentale e di pronto impiego di personale «abilitato ed orientato ad agire e perciò tenuto in costante allenamento» anche in relazione alla proposta del Servi zio americano di effettuare corsi di tipo «counter-insurgency»;

3)organizzare «corsi di tipo "counter-insurgency" per elementi militari e civili predesignati allo svolgimento di attività di propaganda, contro-propaganda e disturbo a favore delle ideologie democratiche e in contrasto a quella comunista».Tali corsi potrebbero essere seguiti da ufficiali (preferibilmente ufficiali «I») dei Comandi di Regione Militare e di Corpo d'Armata, nonché dei Comandi di divisione ed altre «grandi unità», quale «contrappunto» all'attività capillarmente esplicata dal Pci; da carabinieri o altri militari a lunga ferma; da elementi della «operazione Gladio», a cominciare da una aliquota dell'organizzazione «Stella Alpina», che è «a diretto contatto con i tentativi di infiltrazione ed espansione della corrente antinazionale slava»;

4)controllare e possibilmente rafforzare l'apparato didattico, con particolare riguardo al Cag, al Centro addestrativo di Cerveteri ed agli eventuali addestramenti esterni.

Nel complesso, conclude l'appunto, occorre aggiornare i pro grammi già formulati ed in via di attuazione nel campo delle operazioni speciali, in conseguenza dell'evolversi della situazione internazionale. I problemi connessi ed i conseguenti programmi sono suscettibili di nuovi sviluppi e richiedono, pertanto, una costante e sensibile azione di adeguamento.

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