Soragna è il volto più noto di un movimento in continua espansione, nato a Cremona per far coesistere sul parquet ragazze e ragazzi con diverse abilità e disabilità: «È uno sport vero. Tutti giocano per vincere». Dal 2013 c’è un campionato nazionale, dal 2019 il riconoscimento del Comitato paralimpico. Il regolamento limita l’impatto dei giocatori più forti, dando agli altri tempo e spazio per incidere: «È un arricchimento costante, ti cambia lo sguardo sugli altri. Siamo tutti uguali e tutti coinvolti»
«Il baskin l’ho scoperto per caso circa quattro anni fa: stavo accompagnando mia figlia a un allenamento di pallavolo e in palestra ho notato due canestri laterali, che non avevo mai visto. Ho chiesto a uno degli allenatori cosa fossero e mi ha risposto con naturalezza: “È baskin”. Allora gli ho domandato se potevo provarci anch’io. Non aveva idea di chi fossi, mi ha semplicemente detto di sì. Da quel giorno non ho più smesso». Negli ultimi anni Matteo Soragna, leggenda del basket italiano e com


