La ginnastica ritmica vive ai margini della visibilità, anche quando raggiunge vertici assoluti. La sua prestazione ai mondiali di agosto è stata il momento sportivo dell’anno: c’è qualcosa in lei che rende gli attrezzi con cui si esibisce in simbolo di un’altra idea di sport e di paese. Perché le crepe dello sport femminile italiano, dall’ecosistema che non premia il talento al tema sicurezza, sono un’estensione di quella della nostra società
Rio de Janeiro, 24 agosto 2025, campionati del mondo di ginnastica ritmica. Partono le note di una musica quasi antica, rispetto alla giovane atleta in pedana, e Tu si ‘na cosa grande diventa un cerchio, attraversato, animato e riempito da Sofia Raffaeli. Una bellezza struggente che avrebbe incantato anche Modugno. Dopo nemmeno cinque secondi, il pubblico esplode in un primo applauso: ne arriveranno altri dieci, durante il minuto e trenta di durata dell’esercizio. Chi assiste sembra non riuscire


