Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie del Blog Mafie è dedicata al maxi processo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci


Venìvano, altresì, acquisiti gli atti del procedimento contro Santagatì Filippo ed altri, istruito dal G.I. di Torino, dai quali si evidenziavano gli intercorsi rapporti tra Buscetta Tommaso, allora in stato di semi-liberta' a Torino, e Faraone Nicola, documentati dal foglio di un taccuino, sequestrato alla convivente di quest'ultimo, Colizzì Anna, ove risultava annotato il nome del Buscetta, il soprannome Roberto, sotto il quale costui si celava, ed il nome del dì lui suocero Guìmares.

Quest'ultimo elemento si rilevava senz'altro una traccia molto interessante e decisiva per lo sviluppo delle indagini del presente procedimento, tant’è che a seguito di una serie di accertamenti esperiti in Brasile, come riferito con rapporto della Criminalpol del 15 dicembre 1983, veniva tratto in arresto Buscetta Tommaso e con lui Badalamenti Leonardo, Sansone Fabrizio Noberto ed altri.

Ulteriori elementi sulla presenza di Buscetta a Torino nel 1980 erano forniti da Fragomeni Armando, il quale, interrogato dal G.I. di Palermo il 19 dicembre 1983, nella qualità di imputato di reati connessi, nell'ammettere di essere uno spacciatore di droga operante sulla piazza di Torino e Milano, riferiva di avere conosciuto il gestore di un maneggio a Moncalieri a nome Vessichelli Antonio, che gli aveva presentato Buscetta Tommaso, vantandone la potenza nell'ambito delle organizzazioni mafiose.

Il Vessichelli si era offerto di rifornirlo stabilmente di cocaina e ne aveva, in effetti, ceduto una partita, presentandogli, successivamente, Procida Salvatore e Faraone Nicola, con i quali aveva poi intensificato i suoi rapporti di approvvigionamento di sostanze stupefacenti, soprattutto dopo un significativo episodio avvenuto in Palermo nel mese di agosto 1980.

A seguito di tale dichiarazione veniva emesso il mandato di cattura n.32/84 del 2 febbraio 1984, del G.I. del Tribunale di Palermo, nei confronti di Procida Salvatore e Vessichelli Antonio, contestando loro i reati di associazione per delinquere aggravata e di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso dell'istruttoria venivano poi acquisite numerose dichiarazioni di soggetti appartenenti alla "camorra" napoletana, che avevano deciso di collaborare con la Giustizia, ed, in particolare, gli interrogatori resi il 17 novembre 1983 al G.I. di Milano da parte di Barra Pasquale, Incarnato Mario e D'Amico Pasquale.

Costoro, interrogati particolarggiatamente dal G.I. del Tribunale di Palermo, riferivano poi sui rapporti esistenti tra la mafia palermitana e le famiglie napoletane dei Nuvoletta, Zaza e Bardellino, soprattutto nell'ambito del contrabbando dei tabacchi lavorati esteri e del traffico di droga.

L'esistenza di tali organici rapporti veniva confermata, altresì, da Melluso Giovanni, il quale, così come avevano già fatto Incarnato Mario e D'Amico Pasquale, forniva interessanti elementi sui comportamenti tenuti e sulle dichiarazioni fatte da soggetti ritenuti appartenenti alle organizzazioni mafiose palermitane nel corso della comune detenzione ed in particolare da parte di Fidanzati Gaetano.

Sulle voci correnti nell'ambito carcerario nei confronti di personaggi aventi spessore mafioso, veniva sentito dal G.I. di Palermo, in data 24 febbraio 1984, anche Maltese Salvatore e, sulle indagini concernenti il traffico di stupefacenti organizzato dai fratelli Grado, venivano sentiti, in data 15 marzo '84, nella qualità di indiziato, Perina Giovanni e nella qualità di imputati di reati connessi (ex art.348 bis C.P.P.), D'Arcangelo Romolo e Crespiatico Agostina.

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