Facebook, Twitter e le altre piattaforme sono soggetti privati che svolgono cruciali funzioni pubbliche in posizioni di monopolio, senza un vero controllo da parte di autorità esterne. Il problema della governance del mondo digitale è l’assenza di quel sistema di pesi e contrappesi stratificato nei secoli.
- Twitter, Facebook e altre piattaforme sono aziende private ma anche networked publics: uno spazio di discorso pubblico, e una collettività che emerge all’interno di quella architettura definita da algoritmi, interfacce, dati e modelli di business.
- Anche quando twitta dal suo account privato, Donald Trump non è un privato cittadino, ma il Presidente degli USA. Perché, se le piattaforme possono bloccare gli utenti per violazione dei termini d’uso (ad esempio incitando alla violenza e alla discriminazione razziale), non possono bloccare per le stesse ragioni un account in grado di esercitare come nessun altro un’influenza massiccia sull’opinione pubblica?
- Eppure, nel momento in cui occupano una funzione pubblica e rivendicano il ruolo di editori, è ancora legittimo che le piattaforme esercitino il loro potere privato? O servono altre forme di regolamentazione?