Chiamate moleste, da oggi è attivo il “super-filtro” anti-truffa: tutte le incognite

È attivo da oggi, 19 novembre, il “filtro” tecnologico che punta ad arginare le telefonate moleste, quelle provenienti da finti numeri di cellulare gestiti dall’estero. Dopo la prima fase, scattata lo scorso 19 agosto, per bloccare le numerazioni con prefisso da numerazione fissa scatta dunque la fase annunciata come la «svolta storica». La soluzione messa a punto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni insieme con gli operatori telefonici sarebbe un unicum a livello europeo e addirittura mondiale – in Francia, primo paese a partire, è ad esempio attivo un sistema che però risolve solo in parte le problematiche. Il filtro è stato ideato in chiave anti-truffa ossia per bloccare alla radice, ai confini nazionali, le chiamate spam che usano la tecnica dello spoofing (manipolazione dell’identità del chiamante) gestite da call center e soggetti che operano nella totale illegalità e mirate a rubare dati personali e denaro attraverso l’attivazione di contratti spacciati come super convenienti (sfruttando spesso i brand di note compagnie energetiche e telefoniche, di banche e assicurazioni), ma anche per vendere falsi corsi di formazione, per promettere posti di lavoro facendo leva sull’invio di curricula, per vendere prodotti e proporre investimenti redditizi (attraverso il trading online). E la lista si allunga di giorno in giorno. Telemarketing selvaggio, Scorza: «Compagnie responsabili, una telefonata illecita non può sfociare in un contratto» Ma restano molte criticità Ma davvero il nuovo “filtro” sarà in grado di sortire i risultati promessi? Stando a quanto dichiarano gli operatori telefonici il sistema sarebbe in grado di bloccare il 95 per cento delle chiamate fraudolente, dunque la quasi totalità. Ma c’è chi considera queste percentuali fin troppo ottimistiche. «Sulla reale efficacia del filtro anti-spoofing nutriamo forti dubbi. Ci risulta che i carrier internazionali, ovvero quegli operatori che trasportano fisicamente la chiamata estera nel nostro Paese, non avrebbero la tecnologia e non sarebbero in grado di bloccare realmente lo spoofing», sottolinea il presidente Luigi Gabriele. E quando si parla di chiamate provenienti dall’estero i numeri sono abnormi: nel solo mese di settembre (sono dati Agcom) le chiamate ricevute dai carrier internazionali per essere instradate verso l’Italia sono state 1,4 miliardi e ammontano a 20 milioni quelle bloccate dal filtro già attivo da agosto per le chiamate con prefisso da numerazione fissa, corrispondenti all’1,4 per cento del traffico complessivo, in calo dall’8,82 per cento del mese di luglio e del 3,84 per cento di agosto «a dimostrazione della progressiva riduzione dei tentativi di instradare sul territorio nazionale chiamate spoofing», sottolinea Agcom. L’Autorità ha inoltre ulteriormente aggiustato il tiro con una nuova delibera, approvata il 6 novembre, per ampliare il raggio d’azione del filtro: tanto per cominciare saranno totalmente bloccate le chiamate gestite da operatori che non sono in grado di identificare la reale provenienza delle chiamate ossia di distinguere fra quelle realmente in roaming internazionale (utenti che si trovano all’estero e chiamano l’Italia) da quelle in capo a soggetti che operano in modo illegale. Il blocco si estende inoltre anche ai servizi mobili satellitari nonché a quelli automatizzati ossia che consentono di inoltrare le chiamate da dispositivi “robotici” senza voce e presenza umana. Gli smartphone ci ascoltano? Come la pubblicità digitale sembra spiare le nostre conversazioni Un danno economico da 2 miliardi l’anno Il Codacons ricorda che in Italia il settore del telemarketing genera un giro d'affari da 3 miliardi di euro annui, con 2.035 call center attivi e quasi 80.000 addetti. «Il problema è che accanto agli operatori legali vi è un sommerso di call center ubicati all'estero che operano nella più totale anarchia. E il fenomeno del telemarketing selvaggio produce danno economico: solo nel settore di luce e gas si stima che le telefonate commerciali truffaldine e i contratti piazzati agli utenti attraverso pratiche aggressive portino le vittime a spendere mediamente tra il 10 per cento e il 20 per cento in più sulle bollette con un danno stimato in circa 2 miliardi di euro all’anno». E qui la questione si fa complessa perché «continueranno ad arrivare a destinazione le chiamate provenienti da call center legali che operano dall’Italia, quelle provenienti dall’estero con numerazione non italiana, quelle che utilizzano finte numerazioni italiane ma che partono effettivamente dal territorio nazionale, e le telefonate da numeri fissi stranieri realmente esistenti». Le truffe viaggiano anche via sms, social e intelligenza artificiale E poi come fare ad arginare le truffe via sms o quelle ancor più insidiose e in aumento che sfruttano le piattaforme di messaggistica come Whatsapp, Telegram e i social network? E che cosa accadrà con i sistemi che fanno leva sull’uso di piattaforme di intelligenza artificiale che consentono di clonare la voce di soggetti reali per ingannare amici e parenti? Secondo il commissario Agcom Massimiliano Capitanio con le nuove misure «saranno bloccate milioni di chiamate ma probabilmente non sarà la fine di quelle truffaldine e moleste. Le organizzazioni criminali che gestiscono le truffe telefoniche proveranno altre strade, tra cui le chiamate con prefissi esteri o messaggistica fraudolenta». E il commissario invita coloro che non vogliono ricevere chiamate nemmeno dai call center legali «ad aderire al Registro delle opposizioni e rinnovare periodicamente l'iscrizione».