Tecnologia

Il caso Parler e la vita sempre più dura dei social network pro-Trump

Christophe Gateau/picture-alliance/dpa/AP Images
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Cacciata da tutti gli store digitali, la piattaforma che punta ad attirare il mondo dell’estrema destra statunitense lotta per la sopravvivenza.

  • Fondato nel 2018 dal 27enne John Matze assieme a Rebekah Mercer (figlia di Robert Mercer, cofondatore di Cambridge Analytica) e Jared Thomson, Parler inizia a farsi notare nel luglio 2020, quando Facebook, Twitter decidono per la prima volta di segnalare o oscurare i post più incendiari di Donald Trump.
  • Dopo la cancellazione degli account di Trump, Parler è arrivato in cima alla classifica delle app più scaricate e ha raggiunto i quattro milioni di utenti, ma adesso deve fare i conti con la decisione di Apple e Google di rimuoverlo dagli store e di Amazon di non ospitarlo sul suo cloud.
  • Autodefinitosi «social network senza censura», Parler è in realtà una piattaforma che ospita contenuti razzisti, antisemiti, omofobi e tutto il peggio che la rete è in grado di produrre. Davvero Donald Trump deciderà di iscriversi (come ha già fatto Salvini)?

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