Tecnologia

Le aggressioni social e l’impotenza di chi vuole resistere

L’anonimato protegge chi vuole armarsi di tastiera per sfogarsi online. Così rivolgersi a un tribunale diventa sempre più difficile se non si conosce l’identità di chi ha scritto le offese

  • L’impotenza di fronte all’aggressione a mezzo social è stata sperimentata da un distinto e bonario ingegnere americano diffamato come pedofilo da una signora che decenni prima aveva lavorato nella ditta di famiglia, come racconta il New York Times.
  • Non un genio della rete, capace di seminare con destrezza i suoi messaggi, ma una tipa qualunque resa onnipotente da siti “ventilatore” specializzati nel diffondere ogni tipo possibile di melma in campo finanziario, politico e sessuale.
  • Su quei siti si affacciano miliardi di persone, leggono i post contro questo e quello e si divertono. Gli autori degli sfoghi intanto dormono tranquilli perché il sistema social pare fatto apposta per spararle grosse e di nascosto.

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